Quando ho sentito parlare di questo evento era ancora tutto in fase embrionale, ma già sentivo che sarebbe stato un qualcosa di rivoluzionario.
Se seguite il mio blog già sapete che per me il “made in Italy” (in qualunque genere) viene prima: come ci sono bravi scrittori stranieri, abbiamo in casa autentici diamanti che spesso rimangono in sordina, considerati meno, perché sono nostrani. È un vero peccato, come dimostrano alcune mie recensioni, che autentici capolavori a volte vengano sottovalutati dal semplice “paese d’origine” dello scrittore. Quindi un evento tricolore non potevo lasciarmelo sfuggire e anzi, l’ho anche consigliato a lettori, autori e editori. In molti erano scettici, e persino io che di solito non leggo molto romance puro, temevo di essere un pesce fuor d’acqua.
Il FRI poteva essere una fiera in cui non comprare nulla (sì, come no…) oltre al fatto che, la spunta sugli autori che desideravo incontrare, era davvero minima rispetto alle liste compilate dagli altri lettori/blogger presenti che si erano preparati un programma serrato per reperire autografi e incontrare gli editori. Insomma ero scettica, ma volevo esserci.
Ho incontrato tanti autori nuovi e sono stata felice di comprare i loro lavori, essere sommersa di gadget, segnalibri e shopper.
Sono stati tantissimi quelli (piccoli, ma anche grandi O.O) che, una volta presentata, si sono ricordati della Chimera. Mi sono emozionata nello stringere la mano e abbracciare Virginia de Winter che per me è una semi-divinità nel settore della scrittura romantica fantasy, a Bianca Marconero che si è ricordata dell’editing fatto su un mio racconto allora inedito e di cui le inviai, per ringraziarla, la copia dell’antologia in cui era stato pubblicato.
Questa fiera è stata la prima in cui mi sono presentata a vari autori con ben 12 libri da far autografare. Non sono il tipo che porta un trolley in fiera per chiederne ma in questa occasione, per la prima volta, ho trovato autori che non potevo lasciarmi sfuggire; una su tutte Adele Vieri Castellano che rincorro dal 2014 ma a cui non ero mai riuscita a portare tutti i libri che avevo in casa, e considerate che erano 6 solo i suoi!
Questa corsa all’autografo, che non avevo mai provato, ve la posso semplicemente descrivere con una scena: quando pochi giorni prima del FRI ho ricevuto la comunicazione che al tavolo della Dri Editore ci sarebbe stata anche Fabiana Redivo, dopo un turno di notte sono corsa a casa e ho cercato subito nella libreria per recuperare i volumi, perché non potevo lasciare a casa proprio i suoi!
Non è stato solo un evento che ha portato a tanti incontri, ma da blogger sono stata invitata dalla Dri Editore alla loro conferenza a porte chiuse; oltre alla linea editoriale chiara, hanno svelato in anteprima le nuove uscite mostrando alcune copertine, annunciando nomi altisonanti che si uniranno al loro catalogo a fine 2019, prima su tutte Bianca Marconero che arriva con uno storico per questo dicembre. Ciò che però ha realmente fatto la differenza, e che ha fatto colpo su di me, è stata la risposta rivelatrice di professionalità e lungimiranza alla domanda “Prevedete di tradurre anche autori esteri?”. Ebbene per il momento non hanno ancora trovato i collaboratori adatti per questo lavoro che, se sarà fatto, dovrà rispettare le la loro linea editoriale. Semmai stanno lavorando per il processo inverso: portare pian piano i loro libri sul mercato anglofono. È una scelta che pochi editori hanno o pensano di intraprendere e che, ora come non mai, mi spinge a credere e consigliare i suoi libri a tutti.
Sulla fiera in sé non ho particolari critiche. In molti si sono lamentati per gli spazi, le code, il caldo e un filo di confusione: siamo alla prima edizione… mi sembra il minimo che possa succedere. Lo staff è giovane, la location ha comunque retto bene all’impatto di gente presente, di certo ci sono cose che con il tempo andranno sistemate ma in ogni caso questo è stato un grande passo che Lidia Otelli ha fatto, e spero sia seguito da molti altri!
Sono tornata a casa con molti libri (li vedrete nel prossimo articolo) e, sebbene il romance non fosse il mio genere di punta, mi sono divertita di più che alle solite fiere generaliste. La professionalità di grandi e piccoli autori che vogliono farsi conoscere non è da meno di quella di altri generi. Anzi, lo spirito della fiera era molto leggero ma mai banale. Anche i blogger presenti si divertivano e io stessa ne ho scoperti di nuovi; non c’era quel “trashume” che qualcuno ribadisce debba accompagnare questo settore. Non ho mai visto un giallista (non me ne vogliano i giallisti, era solo per avere un esempio) farsi il mazzo per allestire un proprio stand con gadget e mini anteprime stampate per l’occasione. Tutti questi sforzi non sono banalità o chincaglierie, ma permettono a un autore di farsi conoscere ed esprimersi al lettore in altri modi. I romanzi si scrivono da soli a casa davanti a un pc, ma non si vendono solo perchè portano la propria firma, anzi bisogna proprio uscire di casa per venderli.
Il mio consiglio va a autori, editori e lettori: non lasciatevi sfuggire la prossima edizione. Io di certo ci sarò!
Piccola postilla finale. C’erano tantissimi mariti e, la scena più bella, è stata quella di un uomo dello staff Kinective che ragguagliava un papà che stava portando il figlio al bar sui i risultati della partita di calcio femminile. Ecco è stata una scena così semplice ma vera che mi ha fatto sorridere.
Grazie mille per l’articolo. Sempre disponibile a migliorare