Questo articolo lo sto scrivendo nei pochi giorni di ferie di Ferragosto. L’afa, dell’estate più calda di sempre, sembra aver lasciato spazio a una temperatura più gradevole. La città è mezza vuota, c’è qualche piccola grigliata che anima l’aria di profumi invitanti e io ho messo Tchaikovsky nella speranza che mi ispiri un poco mentre scrivo la parola fine di quasi 8 anni di lavoro.
Il blog, nel particolare la parte delle recensioni, chiude i battenti. Ho finito di scrivere la mia opinione, la mia critica non richiesta e che, come leggerete, mi ha solo danneggiato. Ho iniziato questa avventura nel 2011, doveva essere un passatempo che aiutava la mia dislessia, si è rivelata un’avventura che mi ha fatto scoprire tanti autori ed editori, oltre che permettermi di immergermi in storie che ancora oggi, dopo averle lette, sanno emozionare e farmi sognare. Ultimamente stavo avendo buoni riscontri dai social e anche il numero di click era in aumento, eppure devo scrivere la parola fine.
Chiudo e lo faccio con incredibile amarezza, per tutelare il mio unico sogno a cui mi aggrappo quotidianamente: la scrittura. Se pensate che sia una questione di tempo vi sbagliate, dopo tanti anni ho trovato un mio ritmo, certo a volte dovevo sacrificare i miei sabato mattina per caricare i post, però fare la blogger non l’ho mai trovata una fatica, affatto.
Che cosa mi ha fatto appendere le recensioni al chiodo?
“Mi piace Alice, ma ha dato due stelle a ‘XXXXXXXXXX’, non va bene, non voglio nella mia scuderia un autore che valuti brutto anche solo uno dei miei libri!”
Queste parole provengono da una chat WhatsApp di un Editore che aveva ricevuto un mio romanzo ma che, avendo visto una mia recensione “due stelle” di un suo libro, aveva deciso di non leggere il mio e non pubblicarmi a prescindere dal possibile valore del manoscritto. Forse con tre mi avrebbe apprezzato di più? Con quattro o con cinque sarei stata meritevole di accedere all’olimpo che occupano le sue opere?
Questa frase mi ha tormentato per mesi. Quanti altri editori fanno questo ragionamento? Tristemente ho visto altre situazioni simili in cui, se non parlavi (da blogger) del catalogo del tuo editore (scrittrice), allora non ti stavi comportando bene; devi sempre fare le marchette. Se questo non bastasse se leggi Autrice “Y” e apprezzi il suo lavoro allora starai antipatica ad Autrice “Z” che trova le produzioni di “Y” posticce e di seconda scelta, se leggessi lei altro che cinque stelle! Poi di esempi ce ne sarebbero altri tremila.
Ho sempre tenuto diviso il mio lavoro di blogger da quello di scrittrice, eppure questo ragionamento non lo fanno tutti. L’idea di chiudere è arrivata una sera, qualche giorno fa. Stavo per iniziare a scrivere la recensione di un libro a catalogo di un editore per cui mi piacerebbe lavorare: il libro non era brutto ma aveva alcune tracce lasciate in sospeso, un tre stelle. Mentre scrivevo però ero assalita dal dubbio “E se poi vede tre stelle e non legge i lavori che gli manderò?” Ho scritto la recensione senza censurarmi, non sono una che pubblica/scrive solo quelle positive, ma la paura è rimasta.
Ho parlato con colleghe blogger di questo fastidio, e ho trovato pareri discordanti. Mi sono dovuta fermare e, mettendo sui due piatti della bilancia, ciò che faccio per stare bene (leggere e recensire) e ciò che sogno di fare (scrivere a tempo pieno o quasi), ha vinto la seconda: quindi per tutelarla basta recensioni. Basta davvero. Mi spiace prendere questa decisione ora che avevo riaperto il blog ed ero tornata a fare “vita sociale” on-line e in fiera. Mi spiace perché ho sempre comprato ogni singolo libro recensito e, visto che ogni tre per due scoppia la polemica delle copie omaggio, io sono sempre stata tranquilla, non le ho mai volute eppure nemmeno questo importa a quegli editori che poi hanno campato anche grazie ai miei acquisti. Ho sempre cercato di stare lontana da scaramucce o polemiche da tastiera eppure mi sento in dovere di spiegare almeno perché, pian piano, da questo mio blog spariranno le recensioni e resteranno solo gli articoli. Non è una decisione che faccio a cuor leggero, so quanto una recensione aiuti un buon libro, ma non siamo in un mondo giusto: essere imparziali e onesti non mi ha ripagato per una cosa che ho sempre fatto con piacere, investendo soldi (ho una media che oscilla tra i 20 e i 35 libri comprati ogni mese e non conto quelli che arrivano da scambi o dall’usato) e senza chiedere nulla a editori o autori.
Che ne sarà della Chimera? Non lo so. Di certo cercherò il tempo per scrivere più articoli perché ci sono libri che voglio continuare a consigliarvi, e a fine anno voglio fare la solita classifica del top e del flop, ma per il resto mi fermo. Niente recensioni se non rarissime eccezioni, ovvero al self e a qualche piccolissimo editore. Sto altresì valutando di farlo solo nei dovuti canali, quindi su amazon o al massimo su goodreads, ma non più qui.
C’è chi certamente gioirà nel vedere un’altra blogger chiudere i battenti. Quel dato editore, che quasi certamente continuerà a ragionare in quel modo, ha vinto su di me; non avrò problemi a dare il suo nome a amici e/o autori perché non lo prendano in considerazione come datore di lavoro visto che, a suo dire, il talento di uno scrittore si ferma alle critiche che può fare (anche ai blogger parlerò della mia esperienza, valutino loro se vogliono continuare a promuoverlo).
Al mio posto d’ora in poi parleranno le mie pubblicazioni, ma continuerò a leggere e consigliare buone letture. Ci si vede a ottobre con il mio nuovo libro in uscita e poi … chissà… ho qualche lavoro che penso metterò in self se non avrò risposte entro fine anno, magari con uno pseudonimo adatto. Restate collegati.