Durante il lungo regno delle regina Vittoria, nel villaggio di Thornton all’interno del distretto di Bradford nel West Yorkshire in Inghilterra, viveva una famiglia numerosa di sei figli. Fra di loro, le tre sorelle non potevano ancora sapere che il loro amore per la cultura le avrebbe portate a divenire delle autrici di fama mondiale. Esse con la loro intelligenza precoce, il loro profondo interesse per lo studio, per la lettura e per le lunghe camminate riuscirono a portare alla luce tre romanzi che ancora oggi riescono a intrattenerci e ad appassionarci. Purtroppo hanno passato tante difficoltà e la loro storia non è fra le più belle, anzi è piuttosto tragica ma noi le ricorderemo sempre come quelle persone che grazie alla loro passione sono riuscite a diventare grandi. Le sorelle di cui stiamo parlando sono: Charlotte, Anne e Emily Brontë.
Queste giovani ragazze, al tempo pubblicarono i loro romanzi con nomi maschili, e solo in seguito si venne a sapere la loro vera identità. Le loro opere più celebri sono: Jane Eyre per Charlotte Brontë, Agnes Grey per Anne Brontë e Cime Tempestose per Emily Brontë.
La Mondadori il 25 agosto pubblicherà un romanzo che conterrà le loro opere più famose. Noi crediamo che per gli appassionati o per chi si vuole avvicinare meglio a queste scrittrici vittoriane sia una grande opportunità. Per rendere omaggio a questa edizione Oscar Draghi, abbiamo organizzato un evento per parlarvi del loro talento e della bellezza delle loro opere.
L’evento nelle brughiere inglesi partirà dal 29 con questa presentazione ufficiale. Infatti già da domani potrete trovare le nostre recensioni, fino al giorno 31 agosto. Per festeggiare al meglio questa nuova uscita ogni recensione sarà accompagnata da un argomento.
Qui di seguito vi indichiamo la struttura:
• 29 agosto : presentazione
Catillbooks/Hope and Paper/ Babbling Babook/Eynys Paolini Books/I libri della Chimera/ Non solo libri/Red Kedi/ Paper Purrr/ Leggendoinsieme/La libreria di Yely/fenicefralepagine
• 30 agosto
Catillbooks/Hope and Paper/ Babbling Babook/ Eynys Paolini Books/ I libri della Chimera/ Non solo libri
• 31 agosto
Red Kedi/ Paper Purrr/ Leggendoinsieme/ La libreria di Yely/fenicefralepagine
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La location, che secondo me risulta la meglio trasposta, devo confessarvi che non è quella di Alice, bensì quella del Mondo del mago di OZ. Del resto è anche la prima in cui ci troviamo catapultati dal mondo reale, quella che ha elementi così semplici, eppure così caratteristici da farci capire subito che si tratta di OZ. I papaveri, come anche la strada di mattoni gialli, sono un chiarissimo richiamo al mondo fantastico scritto da L. Frank Baum, e da subito risalta maggiormente rispetto all’Isola che non c’è e al Paese delle Meraviglie. Credo che questo sia dovuto anche da altri fattori, per esempio di OZ non ci sono così tanti re-telling e graphicnovel (o almeno non sono arrivate nel mercato italiano), di conseguenza si hanno molti meno termini di paragone. Se consideriamo che di OZ abbiamo solo due grandi film, mentre per le altre troviamo tantissimo materiale: hanno infatti la sfortuna di essere state riadattate in molteplici modi (potete nominarne 5 versioni senza nemmeno sforzarvi troppo, provate!) e si fa più fatica ad apprezzare con questo stile di disegno molto semplice. Sì perché su molti elementi il disegno è ottimo, in altri a mio parere rimane sciapo. La stessa nave di Uncino me l’aspettavo più rococò, meno stilizzata (dopo Hook, Capitan Uncino, non ci sarà nave meglio azzeccata!). Anche il Paese delle Meraviglie appare troppo semplificato e, visto che per Alice è un luogo da incubo, mi aspettavo elementi più forti a definirlo.
Il mondo reale (che ha poco spazio) invece ha una sua colorazione molto chiara e dominante: i toni ocra, senape, danno un tono accogliente e, non a caso, per quanto lo si percepisca come “manicomio” è un luogo che ha il sapore di casa. Il colore caldo (che anima anche Oz) si contrappone invece ai mondi di Alice e Wendy che appaiono molto più freddi.
Sì, lo confesso, tutti quei papaveri rossi hanno fatto breccia nel mio cuore, tanto da farmi lasciare in secondo piano le altre due location fantastiche di questa graphicnovel. La mia speranza è che se sarà prodotto un secondo volume, magari, lo stesso lavoro di risalto potrebbe essere fatto sulle altre ambientazioni.
Recensione Primordia – L’Alleanza di J. A. Windgale
Le terre libere sono infestate ormai da anni dalla terribile maledizione di Venohr. Per combatterlo, Fedra, si è arruolata ad Asterya. Ma quando è il suo villaggio d’origine ad essere a rischio, riuscirà a fare quello che è giusto?
Attenzione, questo libro è stato offerto dall’autrice.
Sono molto in difficoltà con questa recensione. I primi capitoli del romanzo sono costruiti con un tono molto scherzoso, per poi precipitare senza dare al lettore le basi per permettere al personaggio principale Fedra di spiccare. Ci sono piccole accortezze che avrebbero messo il lettore in una posizione più empatica con la protagonista: si ritiene responsabile di un grave attacco al suo villaggio, ma l’autrice non ha creato i presupposti per farci stare in ansia (ad esempio era vero che non avessero controllato la presenza di altre pietre nere), oppure facendoci innamorare del suo villaggio (magari dei flashback, oppure un prologo in cui ci affezioniamo alla sua famiglia). Questo fa apparire questa emergenza meno forte.
A questo a mio parere si aggiunge anche il fatto che la protagonista inizia a infrangere molte regole imposte dalla sua accademia. Eppure sembra che, per quanto gravi possano essere queste azioni, tutti chiudono un occhio; la protagonista sembra troppo spesso avere carta bianca e non si capisce come mai abbia un trattamento così di favore nei suoi confronti.
Altra ingenuità dell’autore è anche il non dare un nome alla pietra nera. Si parla di pietre che possono assorbire potere e diffondere il male, ma non hanno una nomenclatura nel loro mondo: cosa che mi fa storcere un po’ il naso perché i gradi di potere nell’accademia, i “mostri” e molto altro, hanno un nome creato dall’autrice e che appartiene al mondo fantastico. Questo elemento, che è importante per la storia, rimane ancorato alla parola pietra senza che se ne dia una unicità. Per certi versi pensavo fosse un semplice sasso a cui un mago aveva fatto un sortilegio, invece l’autrice ci tiene a specificare che è una pietra ben precisa, che è difficile da recuperare, però non ha un suo nome. È un peccato perché stona con il resto.
Infine, quello che manca in questo libro, è un lavoro molto più massiccio sul “Show don’t tell”. Il libro è anche ben scritto (ci sono a volte alcuni refusi, ma lo imputo più al fatto che è una copia per blogger, e magari non completamente rivista rispetto a quella edita) eppure la storia sembra troppo spiegata e poco “vissuta” dai personaggi: leggendo si sentono la mancanza di almeno trecento pagine, che sono troppo spesso riassunte. Per esempio il libro meritava un prologo su Fedra e il suo incontro con i protagonisti: è chiara soprattutto la sua necessità anche per rendere più forte il rapporto con William.
Ci sono spunti originali, che forse se approfonditi avrebbero reso la lettura più a tuttotondo. Sfortunatamente, questo libro, sembra solo abbozzato.
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Una scuola di sole ragazze su un’isola. Tutte affette da un morbo misteriose che a tratti le deforma, trasfigurandone una parte fino a renderle mostruose e sempre più vicine alla morte.
Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.
Ci sono tante cose che proprio non funzionano, a mio parere, in questo libro. Troppe ingenuità strutturali, troppi momenti spesi in frasi di elucubrazioni che non servono minimamente alla trama. Una buona parte del testo non da nulla al lettore. Ed è un peccato perché ci sono molte cose che, per esempio Hetty, avrebbe potuto trasmettere al lettore sul TOX (il morbo che le affligge) che invece viene gestito come un contorno. L’esempio più ovvio è quello della scuola. Sono tutte trasfigurate dalla malattia in qualche modo, eppure lo ricorda giusto ogni tanto. Ribadisce i “difetti” delle altre protagoniste, ma non si sofferma mai a raccontarli davvero: non vediamo grandi conseguenze se non il fatto che Reese non può sparare. E poi tutte vogliono sopravvivere? Sul serio? Nessuna che da trasformata desidera di morire? Nessuna che alla fame, alla prigionia, risponda dando fuori di matto? Tutte lì, rinchiuse in una scuola, nei dormitori, con due adulti e tutte che rispettano le regole? Sul serio? Hanno le armi e a nessuna in due anni è mai venuto lo schizzo di prendere il potere e mandare a quel paese tutto? Non dico che dovesse andare così la storia, ma si menano per un tozzo di pane ammuffito, e poi vivono in pace e rispettano le regole? È impossibile che siano tutte belle tranquille ad aspettare la cura o la morte.
Anche la dinamica LGBT sembra messa lì così giusto per dare colore, e il rapporto Reese-Hetty-Byatt mi ha fatto storcere il naso. Un po’ perché sembra essere messo lì a casaccio, toccato, sfiorato in alcune scene e poi è “ammore”. Devo dire che essendo il secondo F/F che leggo, ancora non riesco proprio nemmeno a provarci ad empatizzare con i personaggi, quindi qui lo dichiaro, preferisco gli M/M.
Un libro con una cover da sogno che però non riesce proprio a dare di più al suo interno di un po’ di curiosità. Sconsigliato, bocciato, passate oltre. Ok è la mia opinione ma riassume tutta la delusione dell’averlo letto.
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Alessandra non ha paura. Semmai è pronta per attuare il suo piano: conquistare il re, diventare regina e poi uccidere il suo consorte per vivere finalmente libera.
Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.
Premessa. Mi spiace essere lapidaria ma, libri come questo, meriterebbero di avere pagine bianche al suo interno; sono davvero molto belli graficamente ma per il resto è davvero inchiostro sprecato. Troppa cattiveria? No, vi giuro che proprio non ci siamo. Mi scuso davvero con Mondadori, che mi ha permesso di leggerlo in anteprima, ma non posso esimermi da stroncarlo.
Partiamo dall’ambientazione. La struttura sociale del regno è semplicemente narrata come una specie di Versaille fantasy. Il metaforico “Re Sole”, invece di splendere, affumica i presenti con le sue ombre. Oltre a questa premessa sappiamo solo pochissimo altro di questi regni che, da bravo tiranno, governa con il pugno di ferro. Mentre il popolo si lamenta e fa la fame, qui si parla intensamente di vestiti, merletti e gioielli con pietre grosse come un pugno di cui riesco solo a immaginare il peso eccessivo se dovessi portarli al collo. Poi… altre note sul wordbuilding di questo romanzo? La risposta è che non c’è altro, nulla, nada, nisba.
Alessandra è una donna emancipata in una società patriarcale in cui perdere la verginità prima del matrimonio è un tabù e, come se non bastasse: ha avuto l’ardire di cambiare amante come si cambia d’abito (e fidatevi ne cambia e ne descrive anche troppo ma ne parliamo dopo) e di uccidere anche il suo primo amore che l’aveva solo usata (sentite anche voi l’odore di clicchè?). Siccome si sta annoiando della sua vita ha un piano: sposare e uccidere il re per poter essere libera. Ora potrebbe sembrare un personaggio interessante, peccato che sia strutturata malissimo con pensieri in stile banderuola che la fanno apparire bipolare. Al contrario il Darkiling (ah no?) Re delle ombre è ben costruito, anche se si sente chiaramente l’influenza di altri personaggi noti creati dalla Bardugo e dalla Maas. Infine i protagonisti secondari, insieme agli “antagonisti”, sono pallide comparse che servono a riempire momenti di trama in cui il caro Re delle ombre non è presente.
Vabbè l’ambientazione è poco strutturata, diciamo che c’è un sei meno meno per i personaggi. Ma la trama? Dai c’è una trama! Sì, quella di una fan fiction editata con moltissime pezze che tappano la complessa struttura a groviera. Giusto ieri sera realizzavo, con la mia Trashologa di fiducia, che c’è un enorme ingenuità nella sua costruzione: nella quarta di copertina troviamo la frase “[…]Altri dicono che le ombre gli parlano, sussurrandogli i pensieri dei suoi nemici […]”. Tra le prime cose che scopre Alessandra è che alla corte sono “invitate a restare a palazzo” tutte le persone che erano presenti all’attentato dei genitori del re. Se questo aspetto, che dovrebbe rendere tenebroso il protagonista, avesse una qualche valenza concreta, qualcuno mi spiega perchè terrebbe vicine tutte quelle persone mentre cerca di scoprire chi ha ucciso la sua famiglia? Ci rendiamo conto che è un Re? Uno di quelli che potrebbe far provare l’esperienza della decapitazione, tortura ecc… se davvero avesse le ombre che gli suggeriscono i pensieri dei suoi nemici?
Lo stile è confuso e si sente la presenza di un editor che ha fatto davvero le notti in bianco per sistemare alcune ingenuità narrative. Ma il problema vero e proprio sono le descrizioni degli abiti: invece di occupare pagine per strutturare l’ambientazione, per dare spazio ai personaggi secondari, ecco che Alessandra (con la sua passione per ago e filo) tira fuori vestiti su vestiti di cui conosciamo trama, ordito, orli, ricami, colori e contrasti che ai fini della trama servono a poco o nulla.
Nulla, su vari fronti è manchevole ma c’è l’ammmmmore giusto? Sì, e infatti dopo pagine e pagine di amanti, pseudo-petting, di strusciamenti di quanti su pelle, di passione che si accende, vi lascio con la stessa emozione della scena di passione che ci regala l’autrice… ah già non c’è… tagliata pure la soddisfazione di consolarmi con del sesso da romanzo rosa.
Insomma fuori dai denti mi dispiace, è insufficente. E’ forse il libro con la cover più bella di questo 2022, ma al di là di questo non c’è altro. Tranne le grasse risate nel racccontarlo ad amiche. Una lettura non indispensabile, ideale unicamente da leggere per il piacere di una storia leggera, senza impegno (anche da parte dell’autrice).
Recensione: Palazzo di sangue di June Hur
Nella Corea settecentesca essere donna, e pure figlia illegittima. è difficile. Ma del resto è questo il pane quotidiano di Hyeon: si impegna al massimo per elevare la sua condizione, fino a quando una serie di brutali omicidi sconvolge tutto e mette in dubbio, non solo le sue convinzioni, ma rischia di mettere in pericolo la vita della sua mentore.
Attenzione questo libro è stato offerto da De Agostini Libri.
Ve lo confesso, io e la Corea non abbiamo un grande rapporto. Sono una fan sfegatata del Giappone, amo la sua lingua i suoi drama, film e live in action, eppure non sono così amante dei medesimi lavori della penisola asiatica che sta appassionando l’occidente. Ho amato tantissimo manhwa come Gung (ogni mattina rivolgo una preghiera al Dio dei drama perchè mi faccia trovare un portale che ha la sua serie tv disponibile), ma non sono mai stata convinta delle produzioni coreane che mi sembravano a volte una copia di quelle giapponesi. Negli anni la Corea del Sud ha creato un suo stile che ben si discosta da quello nipponico e io, forse un po’ boomer, forse un po’ troppo legata alla terra del sol levante, non ho mai provato a investire davvero tempo nelle produzioni di questo paese: tutta questa super premessona solo per dire che non ho grandissime competenze sulla Corea e, per tale motiv, questa lettura è stato un volermi mettere alla prova.
Comincio con il dire che, per chi come me non ha una conoscenza ferrata sulla storia e sulla cultura su cui poggia questo romanzo, c’è stata una curiosa aspettativa su come sarebbe stato raccontato. Avrei potuto cogliere appieno il testo? La risposta è stata Ni. Diciamo che senza un minimo di background sul passato della Corea e della sua tradizione, il libro risulta un poco semplicistico: ci sono poche spiegazioni legate alla struttura della società, o delle sue città, e tutte legate a doppiofilo con i protagonisti, lasciando per scontato quelle che non li riguardano; certo ai fini della trama è perfetto, ma per chi non ha basi come me all’inizio è rischia di rimanere un poco disorientato.
Lasciando quindi da parte questo aspetto il libro si è lasciato divorare. Scorrevole, avvincente e soprattutto basato su una storia vera, elemento che si scopre solo leggendo a fine libro gli approfondimenti dell’autrice. Fin dalle prime pagine mi aspettavo un giallo storico senza troppe pretese, scoprire invece che fosse tratto dalla realtà, e che nonostante le licenze narrative abbia preso forma un così bel romanzo, mi ha spiazzato. Ammetto che ultimamente le uscite di molti editori mi stanno deludendo. Sono sempre libri fotocopia di altri; questo invece ha una sua voce e per quanto lo abbia letto da profana devo dire che lo consiglieri non solo a giovani lettori ma anche a chi vuole avvicinarsi alla storia delle Coree.
Analizzando storie e personaggi posso dirvi che questa è una di quelle storie che vi possono tenere incollati alle loro pagine fino alla parola fine. Ho rischiato di fare orari folli con il classico “ancora una pagina e poi vado a dormire”. Hyeon è una protagonista ficcanaso e sinceramente votata a ripagare le cure che la sua mentore ha sempre avuto per lei. Eojin ho più volte pensato potesse essere il vero principe (non lo so, una parte di me voleva che fosse il principe pronto a salvarla e invece…).
Un libro davvero particolare. Una piacevole (finalmente!) scoperta tra le nuove uscite estere. Una storia che, più che cavalcare la scia dell’amore per la Corea, lascia una scia di sangue che siamo costretti a seguire fino alla parola fine.
Recensione di Con o senza di noi di Valentina Sagnibene
Nuvola vive fuori dal mondo, chiusa nei suoi disegni, alla ricerca del volto di un padre di cui non conosce nemmeno il nome. Tommaso invece è il ragazzo perfetto, quello invidiato e amato da tutti, eppure l’unica persona che non gli vuole davvero bene è se stesso. Quando si trovano sul tetto lei è seduta pericolosamente sul parapetto. Lui l’ha raggiunta con molta fatica, visto l’incidente che ha avuto alla caviglia. Dal loro incontro scaturisce qualcosa a cui, nessuno dei due, ha il coraggio di dare un nome.
Attenzione questo libro è stato fornito da DeA Planeta Libri.
Mentre leggevo questo volume pensavo “sì, carino, un buon young adult”. Una volta terminato ho fatto davvero fatica a trovare le parole: non è solo un buon young adult. Cioè poteva essere solo quello fino al finale, quando l’autrice decide di strappare il cuore dal petto di noi lettori, per gettarlo nel cestino dei rifiuti differenziati, perché comunque siamo nel mondo reale ed è giusto rispettare l’ambiente.
Scusate il sarcasmo ma, mentre sto scrivendo queste parole, ho una notte insonne alle spalle ripensando a una scena che (NO, niente spoiler) mi ha ossessionato a tal punto dal rivederla. come in un incubo, una, dieci, mille volte. Forse è questo che rende questo libro qualcosa di più di un semplice libro young adult.
Partiamo col dire che l’autrice non ha una narrazione a flusso continuo. Approfitta dei punti di vista di Tommaso e Nuvola per staccare l’uno dall’altro, lasciando a volte dei vuoti tra una scena e l’altra dove è il lettore a doverli colmare con la propria soggettività, perché alla fine una vita non ha bisogno di essere raccontata in ogni suo secondo; anche perché è grazie a quelle pause che si capisce quanto questa storia non abbia bisogno di altro. Bastano le pagine che ha scritto, basta quel finale, anche se noi vorremmo di più, anche se non siamo pronti a chiudere il libro per passare ad altro.
Ci sono decine di aspetti che rendono questo volume un vero gioiello: Milano come ambientazione, mostrata romantica ma anche fredda nei suoi divari tra famiglie abbienti e quelle che sopravvivono in un bilocale. Billie è un personaggio che sembrerebbe solo una macchietta ma, acquista una sua tridimensionalità e mi piacerebbe leggere un libro solo su di lei. A questo vanno ad aggiungersi anche quegli aspetti tipici di un romanzo ambientato a scuola: l’atmosfera adolescenziale, le amicizie così difficili da trovare eppure così semplici da godere, la solitudine per essere una persona diversa ma che alla fine è circondata da una moltitudine di individui che vivono quello stesso disagio, solo che troppo spesso ci spaventa aprirci a loro e condividere quanto a volte la vita faccia molto male.
Insomma una lettura che vi consiglio caldamente se siete alla ricerca di uno young adult di cui vi resterà nell’anima la storia per giorni e giorni. Un romanzo che ha amore, dolore, amicizia e molto altro. Consigliatissimo, ora torno a piangere e a cercare la forza di passare ad altro, ma non so se ci riuscirò subito.