In un futuro lontano, in cui l’umanità ha colonizzato la galassia, il pianeta di Florina è sfruttato dai Signori di Sark per la produzione di kyrt, una fibra vegetale da cui si ottiene un tessuto pregiato. E in mezzo ai campi di kyrt è stato ritrovato Rik, un uomo adulto ma con le capacità cognitive di un neonato. Dopo essere stato adottato come scemo del villaggio, ha ri-imparato a camminare e parlare. E poi, dopo un anno, a ricordare. E i suoi ricordi sono i ricordi di uno scienziato che aveva scoperto un pericolo imminente in grado di distruggere l’intero pianeta di Florina.
Mentre Rik cerca di recuperare i suoi ricordi, intorno a lui vanno formandosi trame politiche, al punto da far traballare gli equilibri interni di Sark e i rapporti con la nascente super potenza di Trantor.
Questo libro è stato offerto da Mondadori e recensito per voi da Viviana Tenga.
Per chi conosce già l’universo di Asimov, Le Correnti dello Spazio si pone molto prima del Ciclo della Fondazione (l’Impero Galattico guidato da Trantor si sta ancora formando) ma molto dopo quello dei Robot (la Terra è pianeta ancora abitato ma semi sconosciuto alla maggior parte della popolazione galattica). È parte di quello che viene definito “Ciclo dell’Impero”, ma è totalmente autoconclusivo e slegato dagli altri due (se non per l’ambientazione comune).
Il romanzo è datato 1952, ed è inevitabile che un po’ si senta. Quella che dovrebbe essere una tecnologia fantascientifica, ci appare per alcuni aspetti antiquata (in particolare, si senta la mancanza di internet o qualcosa gli somigli), i ruoli sociali e di genere sono a tratti un po’ “all’antica”.
Nel complesso, però, Le Correnti dello Spazio non è affatto un romanzo superato. L’ambientazione fantascientifica è solo uno sfondo su cui si sviluppano scene d’azione e intrighi politici. I temi centrali riguardano la gestione il potere economico, lo sfruttamento delle popolazioni indigene da parte di élite straniere, il cinismo della politica internazionale (in questo caso, interplanetaria), il rapporto tra essa e la scienza.
I personaggi, come spesso accade in Asimov, sono caratterizzati in maniera un po’ grezza, con tanto tell e poco show, ma non sono macchiette. Di ognuno di loro conosciamo motivazioni e ambizioni. Non c’è una lotta tra buoni e cattivi, solo tra visioni e interessi diversi.
Lo stile è semplice, a tratti un po’ goffo, forse anche a causa di una traduzione che andrebbe svecchiata (quella proposta è ancora la prima che fu fatta in italiano, nel 1955). Diciamo che se cercate una prosa elegante o brillante, non è questo il libro che fa per voi.
Se conoscete già Asimov, troverete quello che vi aspettate di trovare in un suo romanzo e quello che io personalmente, da fan, ho sempre apprezzato: trama complessa e intrigante, una visione del mondo basata sulla fiducia nella scienza e nella razionalità umana, personaggi di origini umili o addirittura emarginati che vedono riconosciuto il loro valore.
Se non avete mai letto niente, è sicuramente un romanzo valido da cui iniziare. E ci troverete tutte le cose elencate al paragrafo sopra.
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere anche le recensioni dei blog che hanno aderito al Review Party: