Nona Gray è una bambina strana. È cresciuta in un villaggio che non l’ha mai accettata e, come se non bastasse, è già stata condannata a morte. Badessa Glass la salva dall’esecuzione portandola al convento e facendola diventare una novizia. Quello che però Nona ancora ignora è che non si tratta di un culto in cui delle donne predicano la religione, loro sono addestrate per uccidere.
Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.
Molti che hanno avuto la fortuna di averle come insegnanti vi diranno che la figura della suora è legata a quello della malvagità, ma pensare che siano delle assassine ammetto che è un ossimoro molto interessante. Partiamo dal fatto che già in “Ciao Nì” (grazie Stroncando l’orrore) si potevano trovare suore combattenti, ma vederle in un romanzo con tanto di culto annesso aveva un grande potenziale.
L’idea di base c’è, ma prima si saltare alla conclusione prendiamo in esame il worldbuilding alle spalle dell’idea: siamo in un mondo in cui è rimasta poca terra, dove incontriamo il classico binomio povertà-schiavitù, a cui si contrappongono classi agiate quasi sempre favorite dalla razza. La società ha un chiaro ordinamento, ma da subito c’è dato poco da vedere perché tutto si sposta al convento. C’è immediatamente molta carne al fuoco e questo distrae un po’ il lettore che, a mio parere, vorrebbe leggere di più e vedere la storia procedere.
Il grande difetto della struttura di questo primo volume è riassumibile in “deviazioni di percorso”. Troppo spesso i personaggi si soffermano a parlare del passato, a spiegare (ma lo show don’t tell?) lasciando in secondo piano quello che a mio parere incuriosisce di più come, per esempio Nona, e soprattutto … perché c’è bisogno in questo mondo di suore assassine? Certo le risposte arrivano ma sono spesso gocce nascoste dentro un mare di situazioni, riflessioni o descrizioni. Capisco che si parla di un mondo fantasy complesso, che il lettore deve capire nel suo insieme, ma se non si portano avanti i veri conflitti del romanzo, si rischia di trovarsi impantanati nelle pagine.
Insomma un primo volume molto ricco, e che a guardarlo bene occupa la metà dell’intera trilogia, che ho davvero trovato troppo lento.
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