Lovelace & Babbage, due ingranaggi fondamentali che hanno messo in moto un macchina destinata a rivoluzionare la computazione mondiale, grazie alla loro visone poliedrica della matematica e del progresso tecnologico. Non a caso hanno gettato le basi di ciò che si è evoluto, inizialmente nella Macchina di Turing, per poi diventare passo dopo passo quel tool che noi chiamiamo grezzamente “computer”.
Mondadori, che ha gentilmente offerto questo libro, punta molto in alto con quest’opera della collana Oscar Ink. E ne ha ben donde, perché il lavoro di ricerca di Sydney Padua è certosino tra biblioteche, archivi e Google Books. L’autrice ci riporta in un’era illuminata, dove le colonne portanti dell’attuale informatica ed elettronica erano soliti trovarsi, in occasioni più o meno mondane, per scambiare idee e progetti grazie ai quali l’automazione ha avuto una spinta decisiva.
Tra una nota a margine ed un trafiletto, appare la Logica di George Boole, gli esperimenti di elettromagnetismo di Michael Faraday, i Teoremi di Augustus De Morgan; per i profani i padri di tutti gli studi grazie ai quali sono stati concepiti i transistor, elemento essenziale in ogni circuiti integrato moderno. Ma sono Lovelace e Babbage i veri pionieri. Lei, considerata la prima programmatrice in assoluto in barba al patriarcato, lui una mente folle ed incompresa che ha unito vapore e meccanica nelle sue macchine di calcolo, purtroppo mai realmente terminate. Babbage era un genio, ma con la strana fissazione di lasciare incompiuta una macchina in favore di iniziarne un’altra che fosse, più semplice da costruire, nonostante potesse effettuare calcoli più complessi.
Questo volume è come la Macchina Analitica da loro progettata. Ha una sua magnificenza, una sua stranezza, una sua complessità ed anche un piccolo senso di incompiuto. Vi è un’alternanza continua di graphic novel, con note a margine, disegni, foto, stralci di lettere, eppure una volta terminato è come se mancasse qualcosa, pur avendo appreso inconsciamente una quantità enorme di nozioni storiche, matematiche e mondane. E’ impossibile collocarlo in qualche modo, perché è un sapiente mix di informazioni eterogenee che si intersecano una con l’altra creando un legame inscindibile.
L’autrice ha probabilmente dovuto fare lei stessa uno sforzo titanico per riuscire a raccapezzarsi tra fiumi di nozioni universitarie e documenti introvabili, eppure riesce coerentemente a creare una serie di mini fumetti molto d’impatto e curiosi per celebrare, in un modo molto fantasioso, vari momenti chiave della vita dei nostri beniamini. E’ ammirevole anche tutta la trattazione sui principi meccanici della Macchina, teoremi che ad oggi quasi diamo per scontati, ma che hanno una lungimiranza contestualizzate nell’epoca vittoriana. E’ bene per esempio sottolineare come, anche il primo computer moderno, facesse uso del principio delle schede perforate adeguato da Charles ai sui scopi. Non possiamo non sottolineare che crearono la prima stampante, perché la loro Macchina stampava tavole logaritmiche, testate e controllate regolarmente da Ada. E che dire del Riporto Anticipato, caposaldo delle attuali porte logiche negli apparati elettronici? Sydney ci scaraventa dentro tutto questo oceano di numeri, calcoli, esperimenti, e lo fa con passione e trasporto, per portare alla ribalta due geni indiscussi del ‘800.
E’ un’opera straordinaria, con richiami allo Steampunk, ma non è per tutti. Affascinerà sicuramente gli amanti della tecnologia, i curiosi, gli storici e i matematici, ma il suo contenuto è troppo particolare per essere compreso ed apprezzato dalle masse. Il fumetto copre una piccola porzione, rendo la graphic novel striminzita per gli apprezza la fumettistica. La parte storica è ampia ma frastagliata, rendendo complesso ai “non addetti ai lavori” percepire la grandezza del contenuto di lettere e note. La parte matematica e meccanica è altrettanto particolareggiata ma difficile da digerire per chi ha concetti superficiali di meccanica ed informatica.
Come nota a margine è curioso mettere in luce il fatto che, seppure non tutta la società non vedeva di buon occhio il genio che si celava dietro alle donne, da questo volume traspare invero che erano tempi migliori per le ardite che si lanciavano nelle scienze. Stranamente pian piano vi è stata un’inversione di tendenza che ha portato gli uomini, erroneamente, a credere di essere i soli delatori meritevoli di poter studiare le scienze. Ada Lovelace era una matematica che superava di gran lunga gli uomini. E lo dicono, nero su bianco nelle loro lettere, i maestri che ci hanno lasciato in eredità le fondamenta dell’informatica moderna.
Bella recensione…Porta il desideio di legere il libro