Questo Salone del libro di Torino è stato forse uno dei più affollati che abbia mai visitato. Grande la presenza del pubblico! Questo mi rincuora, considerando che il mondo dell’editoria è sempre di più in crisi e spesso, le scelte editoriali, tendono a favorire scrittori con grande seguito alla qualità dei testi, tanto che sta diventando difficile trovarne di ben scritti nelle librerie di catena. Ma non sono qui per fare polemica: parliamo di Salone e parliamo di libri.
Questo per me è stato un salone 50/50: metà dedicato a incontri e appuntamenti per la Society (non possi dirvi nulla ma ho portato a casa tante collaborazioni interessanti) e metà vissuto come lettrice. Per questo è stato davvero difficile viverlo con così tante persone. Ho presenziato sabato 11 e girare nei padiglioni era difficile; code infinite ovunque, da quelle per il rifornimento di acqua a quelle per eventi e firma copie. Avvicinarsi a molti stand è stato impossibile. Peccato perché, visto che nelle librerie si trova poco, è questa l’unica occasione che si ha per scoprire e portare a casa libri interessanti.
E’ stata una visita divisa, che ha mescolato “lavoro” e passione. Anche per riassumervi cosa mi sono portata a casa, mi sembra giusto fare distinzione tra le letture carrolliane e quelle da lettrice.
Cominciamo da Carroll e teniamo per dopo la ciccia (anche se poca).
- Il primissimo appuntamento è stato da “Lo Scarabeo“, dove ho prontamente recuperato anche il mazzo di Tarocchi firmato da Paolo Barbieri (e autografato in diretta) dedicato alla sua particolarissima Alice. Ci tengo molto a questo artista, perché è stato tra i primi che ho “esportato”. Infatti ho avuto il piacere di mandare molte sue copie nel mondo ad amici collezionisti e ad altre Societies.
- Da Astrolabio edizioni ho recuperato due libri di Carroll meno noti, ma editi storicamente proprio da loro: si tratta de “Il gioco della logica” e “Una storia Ingarbugliata“. Probabilmente da qualche parte nella mia collezione (ovviamente ancora da catalogare) dovrei averne delle vecchie edizioni, ma ci tenevo a recuperare delle copie meno vintage anche perché più facili da maneggiare in caso di lettura. Alcune copie vintage sono molto fragili e preferisco sempre non leggerle. Inoltre ho avuto modo di parlare con lo staff e vorrei poter parlare di più di queste due opere e della loro storia nel nostro paese.
- Finiamo questo elenco con una cartolina che ho ricevuto in dono da Federica Zancato, artista torinese che avevo già conosciuto a Stragulp, e che ho avuto il piacere di incontrare nuovamente. Il suo dono finisce nella mia collezione! Spero di vedere altri soggetti aliceschi realizzati con la sua splendida tecnica del collage.
Passiamo quindi alla ciccia, la parte dei libri. Qui il piatto piange un po’, Come vi dicevo camminare nei padiglioni era una vera impresa. Avvicinarsi agli stand a volte era impossibile. Quindi sono tornata con poco, ma come sempre di qualità.
- Partiamo con un “non acquisto” ma ne approfitto per citarlo visto che in questo periodo caotico non ne ho scritto da nessuna parte. Sto parlando di “Magnificat Amour” di Isabella Santacroce, che ho recuperato tempo zero dalla sua uscita (avevo il terrore finisse sold out), che al Salone ho fatto autografare dalla mia collega Ilenia (che ringrazio ancora!) e che non vedo l’ora di leggere. Isabella non è una scrittrice per tutti. Non siate amareggiati se questo libro non vi piacerà, l’arte non deve piacere ma suscitare emozioni, positive, ma anche negative altrimenti non è tale.
- Continuiamo con Plesio editore, dove ho recuperato “Annales Arcanorum – Monacum 1888” di Federico Galdi. Vi ricorda qualcosa questo nome? No? Sul serio, pensateci bene… è lui l’autore di “Tramonto a oriente” che a ogni fiera, da che ho letto il suo libro, stalkero (con il benestare dell’editore) per il seguito. E quest’anno sembra che ci siano buone notizie! Insomma, il mio pressing fieristico (e non) potrebbe avere finalmente fine. Nell’attesa quindi leggerò questo nuovo libro dove solo l’ambientazione, Monaco di Baviera, mi ha fatto dire “lo compro!”
- Il secondo acquisto è stato leggermente sponsorizzato dalla mia amica che, dopo il bookpride, me ne ha parlato molto. Si tratta di “Uccidiamo lo zio” di Rohan O’Grady edito WoM Edizioni, editore che per la gentilezza, disponibilità vince su tutti in questo Salone. Io e la mia amica siamo state trattate come accade con pochissimi editori, disponibile a spiegare le trame, prontissimo a aggiungere gadget e a farti doni extra. A tutto ciò va ad aggiungersi che mi sarei portata a casa anche “Buffe Chimere“. Mi sa che al prossimo incontro ne approfitterò. Se vi state domandando cos’ha questo libro di particolare, per prima cosa guardatelo e poi, una che si chiama Chimera, pensate che potrebbe non averlo nella propria libreria personale?
- Chiudiamo con una special guest (assente perchè è stata recuperata da un amico ieri ,visto che al mio arrivo allo stand era esaurita. Quindi l’avrò tra le mani prossimamente). Sto parlando di “Anatomia del Fantasy: leggere e scrivere fantasy in modo critico” di Gloria Bernareggi e Sephira Riva edito Lumien. Mi ha sorpreso per la qualità dei testi proposti (tutti italiani, scelta non da sottovalutare) e anche per la cura grafica che mette in ognuno. Questa volta sono andata su un testo sicuro perché, da appassionata di scrittura, adoro tenere manuali e saggi legati ai generi che scrivo per studiare. Al nostro prossimo incontro sono certa che recupererò da loro qualcosa da leggere.
Insomma, questo salone è stato intenso, affollato, calibrato su pochi acquisti (sto leggendo meno, non ha senso riempire ulteriormente una libreria a casa che già scoppia e occupa abusivamente ripiani ovunque). Ho visto pochissime persone. Mi ero ripromessa di passare a salutare molti, ma non ci sono riuscita. Eravamo tutti al Salone, solo circondati da troppa gente per poterci riconoscere o incontrare.