L'ultima ricamatrice

Blog tour: Le citazioni de L’ultima ricamatrice di Elena Pigozzi

Questo libro si è rivelato particolarmente poetico, per questo ho scelto per voi alcuni dei passaggi che mi hanno più emozionato e credo lo rappresentino al meglio.

È stata una lettura che ha avuto tante sottolineature, dalle prime pagine fino alle ultime: ci sono stati momenti lirici e paragrafi che ho riletto con piacere perché esprimevano con semplicità la potenza che questa autrice sa nascondere nelle parole.

“Mi piace la puntualità, che è rispetto del tempo dell’altro. Che è dire avevo voglia di stare con te, spero di non darti disturbo, è così breve il tempo che abbiamo per noi, che, se lo sciupiamo, è sprecare ciò che c’è di più prezioso.”

“Perché c’è un linguaggio muto, che si ascolta con gli occhi e con la pelle. Un linguaggio che grida ma che non trova frasi per farsi suono.”

“Siamo forti insieme, mi ripeteva. Ci ricuciamo le ferite, ci togliamo le offese, ci regaliamo la libertà di essere noi.”

Il bello di questo libro sta anche nel coraggio di vivere nonostante tutto. La storia di Eufrasia, e delle donne che l’anno preceduta, raggiunge in alcuni punti momenti strazianti e, a volte, il lettore necessita del balsamo per risollevarsi e continuare a resistere perché la vita va vissuta:

“«Ciascuno di noi fa l’esperienza della caduta» le confermo, perché la sua voce mi ha raccontato ciò che la sua lingua non dice. «Si cade a terra perché ci ricordiamo che è da lì che proveniamo. Ed è lì a cui siamo destinati.»”

“«Poco si ottiene senza fatica, Filomela. Nulla è facile, è legge di vita. Forse perché il gusto dell’essere creature sta in questo: nella conquista, nel sapore dello sforzo, nel colore del viaggio che ci ha portato a ottenere ciò che abbiamo chiesto, pregato, invocato.»”

“Ci vogliono carezze dove altri affondano la lama. Ci vogliono lacrime a lavare ogni grumo salato. Ci vogliono parole piane e lievi a togliere il rumore del cuore che sbatte nelle tempie.”

In molti momenti vita e cucito sono spesso sinonimo l’una dell’altro. E’ una similitudine che risulta tutta naturale fin dalla prima parola. In fondo la vita è sempre stata paragonata alla tessitura o alla filatura (come per esempio le parche). Tra i più belli ho scelto questi:

“A volte le giornate scorrono uguali alle altre finché qualcosa si inceppa e l’ordine si rovescia. E ciò che c’è stato prima si spezza e, come filo che non tiene il punto, la cucitura salta e bisogna cominciare daccapo.”

“Ha sempre ricamato, Clelia, e mi ha raccontato la sua vita. Dallo scorcio della sua finestra conosceva più mondo lei di chi lo avesse attraversato a piedi. E lo infilava, il mondo, con ago e refe, e telaio che tende il tessuto.”

La speranza è un altro punto molto enfatizzato, le protagoniste non sono donne deboli che lasciano il potere nelle mani degli altri o della sventura:

“«Il mondo è un luogo di spine. Un posto che frana, persino dove sembra battere il sole. Ma a noi non resta che trovare lo spazio, perché ci è dato un angolo che ci appartiene e che sarà nostro. E se il male ci travolgerà, chi rimane ha il compito di andare avanti, perché niente di chi non c’è più sparisca, ma per continuare da lì, dal punto in cui l’altro è arrivato. «E a forza di passi, arrivare alla fine e riuscire a trovare il coraggio di continuare comunque, anche se il male potrebbe tornare. Proseguire, perché il male può solo interromperti, farti deviare il percorso, ma non potrà mai fermarti. Perciò vai oltre per chi non è più al tuo fianco. Come tuo padre. Come Clelia. Avanti, avanti, perché la vita è più forte. La vita è più grande di ogni dolore. La vita è bellezza che supera il male.»”

Questi sono piccoli assaggi di un libro in cui potreste pensare di trovare solo una storia, invece è molto di più. Ne parleremo nella recensione lunedì 21. Nel frattempo se vi ho incuriosito vi ricordo che potete seguire le tappe dell’evento che hanno preceduto la mia che chiude appunto questo viaggio all’interno de “L’ultima ricamatrice” di Elena Pigozzi.

La nave degli schiavi

Recensione La nave degli schiavi – La saga dei Pirati di James L. Nelson

Thomas ha ormai la vita che tutti potrebbero sognare, è inserito nella società a Williamsburg, fa fruttare la sua piantagione di tabacco, ma il mare continua a chiamarlo. Non è solo quello a farlo rivestire i panni del pirata, non può perdonare l’orribile nefandezza compiuta dal suo ex nostromo. Chi difenderà però gli schiavi che lui ha liberato mentre è lontano da casa?

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

A differenza del primo volume, l’avventura non aspetta a prendere la scena e, cosa ancora più gradita, Elizabeth ha più spazio; il suo punto di vista mi è piaciuto moltissimo. Leggere ciò che accadeva a casa, mentre Marlowe era lontano per mare, rende la storia più dinamica. È una scelta che in pochi prendono in considerazione, sottovalutando ciò che le donne rimaste sole dovevano affrontare, mentre i mariti partivano per mare (sia che fossero pirati o marinai).

La tematica centrare che questo romanzo porta alla luce è la verità storica della paura dei coloni: le rivolte degli schiavi. Sebbene sulle navi di pirati il razzismo fosse meno evidente, sulla terra i bianchi continuavano una lotta di razza, dove ogni libertà concessa agli schiavi liberi era mal vista. Il libro mostra anche le tremende condizioni delle navi negriere che in Africa catturano i futuri schiavi delle colonie. Una piaga che l’uomo impiegherà molto tempo ad abbandonare.

Difficile staccare gli occhi dalle pagine. A differenza del primo libro, non si può posarlo prima di averlo finito.

A questo punto non so cosa possa riservare il terzo libro e quindi devo correre a leggerlo subito.

regali di compleanno che vorrei

Cinque (insoliti) regali di compleanno che vorrei ricevere

Settembre è arrivato e con lui la certezza che anche quest’anno ho aggiunto una nuova candelina sulla mia torta di compleanno. No, non confesserò qui la mia età, vi toccherà fare i calcoli con la mia data di nascita che trovate nella mia biografia (non perché mi turbi invecchiare, ma semplicemente se volete sapere i miei anni, fate voi i conti).

Come ogni anno mi sono fatta delle “scatole di libri”, quest’anno meno piene dei precedenti, ma posso dirvi che ne parlerò sul blog e sul proflio instagram. Eppure ci sono delle cose che sono proprio sicura quest’anno non riceverò (salvo che qualcuno non prenda appunti da questa mia lista). Si tratta di piccoli (ma in fondo anche enormi) sfizi, a volte sono autentici capricci, altre ancora le vorrei comprare da tempo, ma non ho mai avuto la possibilità. Insomma se pensate di farmi un regalo questo è quello che vorrei ricevere.

Scheletro 1:1

Sì, uno scheletro a dimensioni reali. No, non quelle carnevalate in stile Halloween, parlo proprio di quei modelli anatomici tipici dei laboratori di scienze che si vedono nelle serie tv. Perfino Amazon ne ha qualcuno a catalogo, anche se non mi fido al 100% sulla fedeltà anatomica delle varie ossa.

Basta però con il cincischiare, vi starete chiedendo perché e a cosa mi serva uno scheletro in scala 1:1 e soprattutto il più reale possibile. Mi serve per scrivere. Lo giuro, so che state ridendo di me, ma la mia ultima storia ha un protagonista particolare e mi serve uno scheletro per controllare una serie di situazioni. A questo poi si aggiunge anche che ho un bisogno infinito di selfie con lo scheletro che non potete capire.

E-Reader

Ultimamente, per le collaborazioni, sto leggendo in digitale. Sarebbe quindi comodo avere un dispositivo per leggere (di solito uso la app kindle sul cellulare). E allora perché non me lo compro da sola? La risposta è che ho paura di dover dare spiegazioni a tutti i libri che ho in casa; mi immagino il loro sdegno, e soprattutto il breve trafiletto che parla di una giovane donna morta schiacciata dalle pile di libri di casa… Insomma se deve entrate in casa mia un e-reader che lo faccia facendomi passare come innocente davanti a tutti i miei libri.

Due libri particolarmente costosi…

Ci sono due grandi collezioni di libri in casa mia (oddio con quella della moda sarebbero tre, ma soffermiamoci su quelle che prime sono nate), la prima è quella su “Alice nel paese delle meraviglie”, la seconda è quella sugli Zar… di quest’ultima non ho mai parlato e prometto di fare ammenda, in ogni caso per ognuna di esse c’è almeno un libro impossibile, uno di quelli che costano un rene.

Per la collezione di Alice quello impossibile è l’edizione del 150° anniversario realizzato con il contributo di Vivienne Westwood, quando è disponibile negli store on-line ha un prezzo proibitivo che si aggira intorno i 75€ fino ad arrivare al 155€. Non so nemmeno come sia all’interno, ma mi manca e quindi lo vorrei tantissimo.

Mentre per gli Zar si tratta invece si tratta di un libro abbastanza “economico” a paragone, con i suoi 69€ (prezzo di copertina, ma è una seconda edizione quindi ci sta che abbia ancora un prezzo accettabile) “Jewels of the Romanovs” racchiude una delle raccolte più complete dei preziosi legati alla nobiltà Russa.

Insomma sono due libricini che vorrei tanto avere…

Intuiti, Fabula e Cicero

Chi mi conosce sa che sono sempre alla ricerca di manuali sulla scrittura. Quando si tratta di narratologia sono molto insicura; se posso racimolare strumenti che possano aiutarmi e darmi quelle basi che sento mancare, quando si tratta di storie e strutture, sono ben lieta di investire il mio denaro. Quindi sarebbe davvero bello ricevere un regalo a tema. Quest’anno ho scoperto le carte Intuiti, Fabula e Cicero, degli strumenti molto alternativi per lavorare sui proprio testi. Mi piacerebbe davvero molto sperimentarli.

Un posto chiamato casa

Prima del Covid avevamo messo in cantiere la parola Casa. Non era fatta, però era una di quelle cose quasi concrete, bastavano un paio di firme e il capitolo era chiuso. A questo sarebbero certamente seguite altre due bellissime parole: matrimonio, famiglia. Invece dopo 10 anni, siamo al punto di partenza o quasi. Per ora dobbiamo rimandare ancora. Per il mio compleanno non voglio i soldi per pagarmi la villa dei miei sogni (ma se li avete e me li volete mandare non mi offendo), non voglio l’occasione giusta, ne la location perfetta. Voglio solo un segno. Non mi sono mai sentita nel posto giusto, vorrei solo che per una volta lo Stregatto parlasse chiaro dandomi la direzione da seguire per iniziare a costruire un luogo tutto nostro dove mettere le basi di un noi, dove posso avere tutti i miei libri, e una scrivania dove scrivere la notte fonda. Una stanza tutta per me.

Spero che questa mia lista vi abbia fatto sorridere. Non so se farò una festa o riceverò dei regali, però quello che è certo è che ci tenevo a condividere con voi questa piccola lista.

Vi aspetto per scoprire le mie scatole di libri di compleanno.

Cuori arcani

Recensione di Cuori arcani di Melissa Panarello

Greta, rimasta orfana, è stata mandata in una casa famiglia e con se ha pochi effetti personali della nonna che l’ha cresciuta: un suo diario e dei tarocchi. Nella sua nuova abitazione ci sono altri ragazzi come lei, ma ce n’è uno che solo lei vede.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

È strano leggere Melissa Panarello. Il suo nome è indissolubilmente legato a Melissa P. tanto che persino l’editore sente il bisogno di specificarlo nella biografia dell’autrice;il libro scandalo e di grande successo che mentre andavo alle superiori tutti i miei compagni leggevano e nascondevano ai genitori. Si è rivelata una insolita lettura accompagnata nelle prime pagine da pregiudizi. Mai avrei pensato di trovare tanta poetica in una autrice che ricollegavo alle pruriginose fantasie dell’adolescenza. Eppure dovremmo smetterla di collegare Melissa al suo successo editoriale, non è solo Cento colpi di spazzola, e questo libro lo conferma.

I primi capitoli sono molto lirici, mi spiace che lo stesso tenore non sia rimasto per tutto il libro (nella parte centrale c’è un’impennata di spiegazioni che avrei apprezzato vivere, invece di vederle raccontare da Arturo per dare una svolta al romanzo).

Si sente l’amore per la Sicilia, per la sua tradizione mistica e folkloristica, dove il profano è più concreto del mondo reale; ci si affeziona a Greta facilmente, l’autrice la racconta con pazienza e infatti mi è spiaciuto vederla travolta dall’elemento avventuroso della storia, è una protagonista che così viene quasi soffocata dal bisogno di portare avanti la trama, ma lei è più poesia e l’avrei vista meglio in un romanzo adolescenziale.

Sono poche pagine, un volume ideale per chi vuole una storia che parla di tarocchi. Sfortunatamente non mi ha convinto appieno. Reputo sia scritto magistralmente ma ho trovato leggermente  banali alcuni punti della storia, troppo palesi alcune situazioni. Peccato perché la mano dell’autrice è potente, ma si perde in una storia semplice che non ha la forza di centellinare i dettagli che dovrebbero far immedesimare il lettore nel mondo di Greta.

Per concludere vorrei soffermarmi un secondo sulla copertina: davvero bella e evocativa, un lavoro che colpisce l’occhio del lettore e richiama la storia con potenza più della trama. E’ il caso che lo confessi, è stata questa a spingermi nella sua lettura. Mi spiace non aver gustato questo volume appieno, aveva palesemente tutto per essere un successo, di certo devo recuperare altri lavori di Melissa perché di strada ne ha fatta davvero molta.

La saga dei Pirati

Recensione Il Pirata – La saga dei Pirati di James L. Nelson

1701, Virginia. Il ricco Thomas Marlowe ha intenzione di costruirsi una vita e lasciare il suo passato alle spalle. Compra una proprietà terriera da Elizabeth Tinling, vedova rimasta senza un soldo, e di cui Marlowe rimane incantato, tanto da uccidere in un duello per salvare il suo onore. Inoltre si spinge a combattere i pirati con una maestria incredibile, una dote che forse rivela quanto nel suo passato la pirateria fosse presente.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Erano anni che non andavo per mare grazie a un libro. Per la precisione fu Hornblower a portarmi per primo nei sette mari, ma lui era un guardiamarina che grazie al suo intelletto arrivò fino alla carica di ammiraglio della Royal Navy. Pensandoci bene a parte qualche piccola eccezione (romantica) non avevo mai letto libri sui pirati. Per questo ho deciso di mettermi alla prova partecipando alla lettura di questa trilogia.

Oggi vi parlerò del primo libro “Il Pirata” di James L. Nelson, una serie che in molti hanno amato e che era passata inosservata al mio radar, per fortuna questa nuova edizione permette di godere di questa lettura. Questo autore riesce a coinvolgere il lettore come pochi altri, si sente bene quanto lui conosce il mare e lo ama: si sentono le onde, il profumo della salsedine e i venti capricciosi. A questo poi si aggiunge una ottima conoscenza storica che porta sul libro fatti molto verisimili. Anche se ammetto che la sua scelta di rendere liberi e pagati gli schiavi della piantagione mi è sembrato un po’ troppo una forzatura. Il volume poi è ricco di molti termini tecnici marinareschi e per questo Mondadori fornisce al lettore, non solo la mappa dei luoghi, ma anche la nomenclatura delle varie parti di un vascello

Il romanzo presenta molti personaggi che l’autore sfrutta per costruire la narrazione degli eventi, spostandosi da ognuno per accompagnare il lettore nell’avventura. Come spesso avviene questo genere di passaggio interrompe un poco la scorrevolezza del testo, ma una volta presa la mano con lo stile narrativo il romanzo scorre.

Si è rivelato un buon libro, mi è piaciuto Marlowe e il fatto che nonostante avesse la possibilità di essere un uomo libero e onesto, il mare lo chiami perché forse ha bisogno solo di onde e di un fedele equipaggio.

Il Visconte che mi amava

Recensione Il Visconte che mi amava di Julia Quinn

Anthony ha perso l’amato padre quando aveva solo diciotto anni. Ha dovuto crescere e caricarsi sulle proprie spalle il titolo e le responsabilità, nonostante la tremenda paura di morire anche lui all’età di trentanove anni, com’era successo al padre e allo zio. Per questo ha deciso dopo tanto tempo di prendere moglie. Eppure la donna che pensa sia la più adatta ha una terribile sorella maggiore che lo disapprova. Riuscirà il libertino più famoso di Londra a trovare moglie?

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Il romance storico è sempre stato un genere che ho amato. Porta il lettore in epoche lontane, gli regala una romantica fantasia, e sì, a fine lettura ci si trova a sognare ad occhi aperti di poter indossare un abito d’epoca e vivere il ton inglese. Julia Quinn riesce a costruire una saga famigliare che accompagna il lettore, non solo in una fuga dalla realtà, ma in un travolgente mondo romantico.

Il libro è scorrevole e ogni capitolo è preceduto da un trafiletto tratto da “Le cronache mondane di Lady Whistledown”: una rivista che racconta indiscrezioni del ton e che ogni volta bacchetta tutti, e si sposa benissimo con la frizzantezza di alcuni momenti e soprattutto incuriosisce il lettore. Ho passato i primi due capitoli (ma anche il terzo) a domandarmi chi potesse essere nascosto dietro a quello pseudonimo, perché speravo di scoprire chi fosse la spia pronta a spiattellare tutti gli scandali e a criticare l’alta società senza censure.

Questo volume ricorda, come canovaccio, il primo, e se da un lato avrei voluto più dinamismo, vi confesso che l’ho trovato comunque godibile, forse reso meno banale dalle forti personalità dei protagonisti che tengono il lettore incollato alle pagine. Inoltre l’editore ha inserito il secondo epilogo che l’autrice aveva scritto a posteriori dell’uscita della saga, dando un ulteriore approfondimento sui personaggi molti anni dopo. Una scelta molto carina anche se vi consiglio di non leggerlo prima di aver completato la serie se odiate gli spoiler.

È un romance con una buona componente erotica che non disturba o diviene eccessiva, quindi se cercate passione, in questo libro la troverete.

È una buona lettura di svago, ideale per accompagnare una vacanza, ma anche un pomeriggio solitario con tè e biscotti.

Poirot

Recensione Poirot – Tutti i racconti di Agatha Christie

Un ispettore dalla grandi manie di ordine e simmetria, baffi impomatati e qualche parola francese esclamata ogni tanto. Al suo fianco Hastings amico fedele. Un duo nato dalla chiara influenza di Arthur Conan Doyle; ma Poirot è un’altra cosa, usa l’ingenio porta il lettore nel caso e con lui lo risolve.

Attenzione questo libro è stato fornito da Mondadori.

Lo confesso, non solo non avevo mai letto Agatha Christie, ma nemmeno ho mai letto la figura che ha ispirato questo investigatore (mi riferisco a Sherlock Holmes, lo so, mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa) eppure questa grande divinità del mondo giallista, mi ha sempre intimorito. Da piccola ho passato tutte le mie estati vedendo mia madre divorare libri dalla nota copertina gialla, e tra questi spuntava spesso il suo nome. In casa ho anche “Dieci piccoli indiani” che tutti mi hanno consigliato di leggere eppure non ci sono mai riuscita.

Come approcciarsi quindi a un mostro sacro che mi ha sempre spaventato? Ci ha pensato la Oscar Vault producendo un nuovo Oscar Draghi che racchiude tutti i racconti del più celebre ispettore belga che sia nato dalla penna di uno scrittore: Ercule Poirot. Questa raccolta racchiude molte storie che mostrano la semplicità del talento di questa autrice che ben si adattava al formato breve come anche ai romanzi. Un modo semplice senza troppe pretese per prendere confidenza con lei e leggerla senza la paura di affogare in un romanzo.

Anche perché di questo personaggio ci sono ben 33 romanzi, e spesso non si sa da quale partire anche se ognuno presenta le caratteristiche di conclusione che permetterebbero di iniziarne la lettura da qualsiasi dei romanzi. Non divaghiamo però, i racconti hanno il pregio di essere brevi e ben costruiti: si leggono con piacere, uno tira l’altro e sebbene questo non sia un genere che amo particolarmente, è stato bello cercare di risolvere i casi insieme a Poirot, arrivando sempre dopo di lui (perché ho l’intuito di un comodino).

Mi aspettavo casi legati a omicidi eppure ci sono anche tanti racconti con crimini minori al furto di preziosi o alla sparizioni di importanti personalità. Se già le tematiche erano diverse da quelle che mi ero figurata, sono rimasta anche sorpresa che in un formato breve come il racconto si potessero sviluppare complessi casi da risolvere per coinvolgere il lettore: per quanto sia ridotto, le avventure risultano interessanti e gli espedienti che Poirot usa per risolvere i casi sono non sono mai banali e il ritmo non risulta troppo serrato, lascia spazio al lettore per seguire le indagini.

Un modo diverso di scoprire questo personaggio letterario che spesso rimane troppo legato a romanzi iconici eppure ha saputo esprimersi anche in serie televisive e film. Come non scoprirlo con il formato che lo ha portato alla ribalta? Una raccolta completa che lo consacra al lettore con illustrazioni ispirate a quelle che lo accompagnarono sulle prime riviste e nelle varie antologie. Insomma, da non perdere se siete appassionati del personaggio, una buona lettura per scoprirlo se ancora non lo conoscete.

Trilogia di Julia Quinn

Introduzione alla Trilogia di Julia Quinn

Questo è un anno di grandi scoperte grazie alle nuove uscite di Mondadori.Lo vedo anche dalle dipendenze che ha creato, come il mio bisogno di potermi abbonare a “Le cronache mondane di Lady Whistledown” di cui vi parlerò nella mia recensione. Vi presento questa trilogia (che ho divorato) che Mondadori porta in Italia proprio ora che Nexflix ha messo in cantiere la serie ispirata agli otto volumi che compongono questa trilogia romantica con ambientazione Regency.

Con le parole di Lady Whistledown vi presento quindi i Bridgerton:

“I Bridgerton sono la famiglia più prolifica dell’alta società. Tale peculiarità è encomiabile anche se si può ritenere banale la scelta dei nomi fatta a suo tempo dall’ormai defunto viscontee dalla viscontessa per i loro figli: Anthony, Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory e Hyacinth. Avere metodo è una cosa meritoria, ma si pensa che dei genitori intelligenti riescano a ricordare il nome dei propri figli anche senza metterli in ordine alfabetico.”

Otto tra fratelli e sorelle che nel complesso mondo del ton, nell’epoca più abusata per raccontare storie romantiche, dovranno fare i conti con l’amore, a volte ricercato altre inaspettato, che terrà i lettori incollati alle pagine.

I primi tre volumi in uscita oggi sono: “Il Duca e io” dedicato a Daphne, “Il Visconte che mi amava” in cui sarà il capofamiglia Anthony a cedere al proprio cuore e infine “La proposta di un Gentiluomo” dove sarà il turno di Benedict farci vivere una favola Regency.

Tre libri a cui seguiranno anche i restanti cinque (aspettiamo con ansia le date), che sapranno allietar gli amanti del romance storico.

Per questo vi invito a seguire il Review Tour per scoprire nei dettagli cosa ne pensiamo noi blogger che abbiamo avuto la fortuna di leggerli.

Recensione Agnes Grey di Anne Brontë

Recensione Agnes Grey di Anne Brontë

Agnes è una giovane donna che vuole aiutare la famiglia in difficoltà dopo un investimento economico andato male. Per questo decide di fare l’istitutrice, ma il mondo è molto meno semplice di come se lo immagina e si dovrà scontrare con ricche famiglie e figli viziati.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Delle opere delle sue sorelle si è parlato tantissimo, ma Anne Brontë è sempre rimasta in ombra, “Agnes Grey” alla sua uscita, nonostante il successo riscontrato, fu offuscato da Cime tempestose. Mi sento in forte sintonia con questa autrice che reputo molto sottovalutata. Mi spiace che in questa raccolta non compaia anche il suo secondo libro “La signora di Wildfell Hall”, che si ispirava forse troppo alla figura del fratello delle sorelle, le cui tematiche sono molto più intense e molto più scandalose per l’epoca.

“Agnes Grey” è forse meno passionale di “Cime tempestose” o travagliato di “Jane Eyre” eppure presenta tutte le caratteristiche dell’epoca come la forte critica alla società arricchita e a quella che ha perso i valori, rifugiandosi dietro il proprio status.

La visione di un’istitutrice che racconta quanto fosse difficile la sua occupazione, permette al lettore di vedere il dietro le quinte che molti personaggi più noti della narrazione storica. Questa occupazione, solitamente dedicata a giovani nubili o a zitelle ormai conclamate che avevano una buona istruzione, in epoca vittoriana divenne anche la protagonista di molti romanzi creando il genere denominato Victorian Governess novel. Il canovaccio era sempre quello, dove una sfortuna economica spingeva una giovane donna, ben istruita e di rispettabili natali, a cercare lavoro in una famiglia benestante.

Per molti versi questo romanzo viene considerato autobiografico, Anne stessa è figlia di un pastore e vive in una canonica, era stata assunta come istitutrice e gli storici sostengono che, molti passaggi del testo, richiamino le esperienze vissute con i bambini che aveva dovuto curare.

Un romanzo dai toni delicati e alquanto scorrevole nonostante conti ormai più di centosettanta anni, da cui si possono cogliere le sfumature della famiglia Brontë; nella brughiera che viene descritta, nella semplicità della canonica dove inizia la storia e in quel finale così lieto tanto sognato dalle sorelle, che nessuna di loro avrà la fortuna di vedere realizzato.

Come sempre il formato è spettacolare, gli Oscar Draghi occupano tanto spazio in libreria e lo fanno con stile. Inutile ribadire che se ne siete appassionati è l’edizione da esposizione ideale.