La nave degli schiavi

Recensione La nave degli schiavi – La saga dei Pirati di James L. Nelson

Thomas ha ormai la vita che tutti potrebbero sognare, è inserito nella società a Williamsburg, fa fruttare la sua piantagione di tabacco, ma il mare continua a chiamarlo. Non è solo quello a farlo rivestire i panni del pirata, non può perdonare l’orribile nefandezza compiuta dal suo ex nostromo. Chi difenderà però gli schiavi che lui ha liberato mentre è lontano da casa?

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

A differenza del primo volume, l’avventura non aspetta a prendere la scena e, cosa ancora più gradita, Elizabeth ha più spazio; il suo punto di vista mi è piaciuto moltissimo. Leggere ciò che accadeva a casa, mentre Marlowe era lontano per mare, rende la storia più dinamica. È una scelta che in pochi prendono in considerazione, sottovalutando ciò che le donne rimaste sole dovevano affrontare, mentre i mariti partivano per mare (sia che fossero pirati o marinai).

La tematica centrare che questo romanzo porta alla luce è la verità storica della paura dei coloni: le rivolte degli schiavi. Sebbene sulle navi di pirati il razzismo fosse meno evidente, sulla terra i bianchi continuavano una lotta di razza, dove ogni libertà concessa agli schiavi liberi era mal vista. Il libro mostra anche le tremende condizioni delle navi negriere che in Africa catturano i futuri schiavi delle colonie. Una piaga che l’uomo impiegherà molto tempo ad abbandonare.

Difficile staccare gli occhi dalle pagine. A differenza del primo libro, non si può posarlo prima di averlo finito.

A questo punto non so cosa possa riservare il terzo libro e quindi devo correre a leggerlo subito.

Cuori arcani

Recensione di Cuori arcani di Melissa Panarello

Greta, rimasta orfana, è stata mandata in una casa famiglia e con se ha pochi effetti personali della nonna che l’ha cresciuta: un suo diario e dei tarocchi. Nella sua nuova abitazione ci sono altri ragazzi come lei, ma ce n’è uno che solo lei vede.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

È strano leggere Melissa Panarello. Il suo nome è indissolubilmente legato a Melissa P. tanto che persino l’editore sente il bisogno di specificarlo nella biografia dell’autrice;il libro scandalo e di grande successo che mentre andavo alle superiori tutti i miei compagni leggevano e nascondevano ai genitori. Si è rivelata una insolita lettura accompagnata nelle prime pagine da pregiudizi. Mai avrei pensato di trovare tanta poetica in una autrice che ricollegavo alle pruriginose fantasie dell’adolescenza. Eppure dovremmo smetterla di collegare Melissa al suo successo editoriale, non è solo Cento colpi di spazzola, e questo libro lo conferma.

I primi capitoli sono molto lirici, mi spiace che lo stesso tenore non sia rimasto per tutto il libro (nella parte centrale c’è un’impennata di spiegazioni che avrei apprezzato vivere, invece di vederle raccontare da Arturo per dare una svolta al romanzo).

Si sente l’amore per la Sicilia, per la sua tradizione mistica e folkloristica, dove il profano è più concreto del mondo reale; ci si affeziona a Greta facilmente, l’autrice la racconta con pazienza e infatti mi è spiaciuto vederla travolta dall’elemento avventuroso della storia, è una protagonista che così viene quasi soffocata dal bisogno di portare avanti la trama, ma lei è più poesia e l’avrei vista meglio in un romanzo adolescenziale.

Sono poche pagine, un volume ideale per chi vuole una storia che parla di tarocchi. Sfortunatamente non mi ha convinto appieno. Reputo sia scritto magistralmente ma ho trovato leggermente  banali alcuni punti della storia, troppo palesi alcune situazioni. Peccato perché la mano dell’autrice è potente, ma si perde in una storia semplice che non ha la forza di centellinare i dettagli che dovrebbero far immedesimare il lettore nel mondo di Greta.

Per concludere vorrei soffermarmi un secondo sulla copertina: davvero bella e evocativa, un lavoro che colpisce l’occhio del lettore e richiama la storia con potenza più della trama. E’ il caso che lo confessi, è stata questa a spingermi nella sua lettura. Mi spiace non aver gustato questo volume appieno, aveva palesemente tutto per essere un successo, di certo devo recuperare altri lavori di Melissa perché di strada ne ha fatta davvero molta.

La saga dei Pirati

Recensione Il Pirata – La saga dei Pirati di James L. Nelson

1701, Virginia. Il ricco Thomas Marlowe ha intenzione di costruirsi una vita e lasciare il suo passato alle spalle. Compra una proprietà terriera da Elizabeth Tinling, vedova rimasta senza un soldo, e di cui Marlowe rimane incantato, tanto da uccidere in un duello per salvare il suo onore. Inoltre si spinge a combattere i pirati con una maestria incredibile, una dote che forse rivela quanto nel suo passato la pirateria fosse presente.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Erano anni che non andavo per mare grazie a un libro. Per la precisione fu Hornblower a portarmi per primo nei sette mari, ma lui era un guardiamarina che grazie al suo intelletto arrivò fino alla carica di ammiraglio della Royal Navy. Pensandoci bene a parte qualche piccola eccezione (romantica) non avevo mai letto libri sui pirati. Per questo ho deciso di mettermi alla prova partecipando alla lettura di questa trilogia.

Oggi vi parlerò del primo libro “Il Pirata” di James L. Nelson, una serie che in molti hanno amato e che era passata inosservata al mio radar, per fortuna questa nuova edizione permette di godere di questa lettura. Questo autore riesce a coinvolgere il lettore come pochi altri, si sente bene quanto lui conosce il mare e lo ama: si sentono le onde, il profumo della salsedine e i venti capricciosi. A questo poi si aggiunge una ottima conoscenza storica che porta sul libro fatti molto verisimili. Anche se ammetto che la sua scelta di rendere liberi e pagati gli schiavi della piantagione mi è sembrato un po’ troppo una forzatura. Il volume poi è ricco di molti termini tecnici marinareschi e per questo Mondadori fornisce al lettore, non solo la mappa dei luoghi, ma anche la nomenclatura delle varie parti di un vascello

Il romanzo presenta molti personaggi che l’autore sfrutta per costruire la narrazione degli eventi, spostandosi da ognuno per accompagnare il lettore nell’avventura. Come spesso avviene questo genere di passaggio interrompe un poco la scorrevolezza del testo, ma una volta presa la mano con lo stile narrativo il romanzo scorre.

Si è rivelato un buon libro, mi è piaciuto Marlowe e il fatto che nonostante avesse la possibilità di essere un uomo libero e onesto, il mare lo chiami perché forse ha bisogno solo di onde e di un fedele equipaggio.

Il Visconte che mi amava

Recensione Il Visconte che mi amava di Julia Quinn

Anthony ha perso l’amato padre quando aveva solo diciotto anni. Ha dovuto crescere e caricarsi sulle proprie spalle il titolo e le responsabilità, nonostante la tremenda paura di morire anche lui all’età di trentanove anni, com’era successo al padre e allo zio. Per questo ha deciso dopo tanto tempo di prendere moglie. Eppure la donna che pensa sia la più adatta ha una terribile sorella maggiore che lo disapprova. Riuscirà il libertino più famoso di Londra a trovare moglie?

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Il romance storico è sempre stato un genere che ho amato. Porta il lettore in epoche lontane, gli regala una romantica fantasia, e sì, a fine lettura ci si trova a sognare ad occhi aperti di poter indossare un abito d’epoca e vivere il ton inglese. Julia Quinn riesce a costruire una saga famigliare che accompagna il lettore, non solo in una fuga dalla realtà, ma in un travolgente mondo romantico.

Il libro è scorrevole e ogni capitolo è preceduto da un trafiletto tratto da “Le cronache mondane di Lady Whistledown”: una rivista che racconta indiscrezioni del ton e che ogni volta bacchetta tutti, e si sposa benissimo con la frizzantezza di alcuni momenti e soprattutto incuriosisce il lettore. Ho passato i primi due capitoli (ma anche il terzo) a domandarmi chi potesse essere nascosto dietro a quello pseudonimo, perché speravo di scoprire chi fosse la spia pronta a spiattellare tutti gli scandali e a criticare l’alta società senza censure.

Questo volume ricorda, come canovaccio, il primo, e se da un lato avrei voluto più dinamismo, vi confesso che l’ho trovato comunque godibile, forse reso meno banale dalle forti personalità dei protagonisti che tengono il lettore incollato alle pagine. Inoltre l’editore ha inserito il secondo epilogo che l’autrice aveva scritto a posteriori dell’uscita della saga, dando un ulteriore approfondimento sui personaggi molti anni dopo. Una scelta molto carina anche se vi consiglio di non leggerlo prima di aver completato la serie se odiate gli spoiler.

È un romance con una buona componente erotica che non disturba o diviene eccessiva, quindi se cercate passione, in questo libro la troverete.

È una buona lettura di svago, ideale per accompagnare una vacanza, ma anche un pomeriggio solitario con tè e biscotti.

Poirot

Recensione Poirot – Tutti i racconti di Agatha Christie

Un ispettore dalla grandi manie di ordine e simmetria, baffi impomatati e qualche parola francese esclamata ogni tanto. Al suo fianco Hastings amico fedele. Un duo nato dalla chiara influenza di Arthur Conan Doyle; ma Poirot è un’altra cosa, usa l’ingenio porta il lettore nel caso e con lui lo risolve.

Attenzione questo libro è stato fornito da Mondadori.

Lo confesso, non solo non avevo mai letto Agatha Christie, ma nemmeno ho mai letto la figura che ha ispirato questo investigatore (mi riferisco a Sherlock Holmes, lo so, mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa) eppure questa grande divinità del mondo giallista, mi ha sempre intimorito. Da piccola ho passato tutte le mie estati vedendo mia madre divorare libri dalla nota copertina gialla, e tra questi spuntava spesso il suo nome. In casa ho anche “Dieci piccoli indiani” che tutti mi hanno consigliato di leggere eppure non ci sono mai riuscita.

Come approcciarsi quindi a un mostro sacro che mi ha sempre spaventato? Ci ha pensato la Oscar Vault producendo un nuovo Oscar Draghi che racchiude tutti i racconti del più celebre ispettore belga che sia nato dalla penna di uno scrittore: Ercule Poirot. Questa raccolta racchiude molte storie che mostrano la semplicità del talento di questa autrice che ben si adattava al formato breve come anche ai romanzi. Un modo semplice senza troppe pretese per prendere confidenza con lei e leggerla senza la paura di affogare in un romanzo.

Anche perché di questo personaggio ci sono ben 33 romanzi, e spesso non si sa da quale partire anche se ognuno presenta le caratteristiche di conclusione che permetterebbero di iniziarne la lettura da qualsiasi dei romanzi. Non divaghiamo però, i racconti hanno il pregio di essere brevi e ben costruiti: si leggono con piacere, uno tira l’altro e sebbene questo non sia un genere che amo particolarmente, è stato bello cercare di risolvere i casi insieme a Poirot, arrivando sempre dopo di lui (perché ho l’intuito di un comodino).

Mi aspettavo casi legati a omicidi eppure ci sono anche tanti racconti con crimini minori al furto di preziosi o alla sparizioni di importanti personalità. Se già le tematiche erano diverse da quelle che mi ero figurata, sono rimasta anche sorpresa che in un formato breve come il racconto si potessero sviluppare complessi casi da risolvere per coinvolgere il lettore: per quanto sia ridotto, le avventure risultano interessanti e gli espedienti che Poirot usa per risolvere i casi sono non sono mai banali e il ritmo non risulta troppo serrato, lascia spazio al lettore per seguire le indagini.

Un modo diverso di scoprire questo personaggio letterario che spesso rimane troppo legato a romanzi iconici eppure ha saputo esprimersi anche in serie televisive e film. Come non scoprirlo con il formato che lo ha portato alla ribalta? Una raccolta completa che lo consacra al lettore con illustrazioni ispirate a quelle che lo accompagnarono sulle prime riviste e nelle varie antologie. Insomma, da non perdere se siete appassionati del personaggio, una buona lettura per scoprirlo se ancora non lo conoscete.

Trilogia di Julia Quinn

Introduzione alla Trilogia di Julia Quinn

Questo è un anno di grandi scoperte grazie alle nuove uscite di Mondadori.Lo vedo anche dalle dipendenze che ha creato, come il mio bisogno di potermi abbonare a “Le cronache mondane di Lady Whistledown” di cui vi parlerò nella mia recensione. Vi presento questa trilogia (che ho divorato) che Mondadori porta in Italia proprio ora che Nexflix ha messo in cantiere la serie ispirata agli otto volumi che compongono questa trilogia romantica con ambientazione Regency.

Con le parole di Lady Whistledown vi presento quindi i Bridgerton:

“I Bridgerton sono la famiglia più prolifica dell’alta società. Tale peculiarità è encomiabile anche se si può ritenere banale la scelta dei nomi fatta a suo tempo dall’ormai defunto viscontee dalla viscontessa per i loro figli: Anthony, Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory e Hyacinth. Avere metodo è una cosa meritoria, ma si pensa che dei genitori intelligenti riescano a ricordare il nome dei propri figli anche senza metterli in ordine alfabetico.”

Otto tra fratelli e sorelle che nel complesso mondo del ton, nell’epoca più abusata per raccontare storie romantiche, dovranno fare i conti con l’amore, a volte ricercato altre inaspettato, che terrà i lettori incollati alle pagine.

I primi tre volumi in uscita oggi sono: “Il Duca e io” dedicato a Daphne, “Il Visconte che mi amava” in cui sarà il capofamiglia Anthony a cedere al proprio cuore e infine “La proposta di un Gentiluomo” dove sarà il turno di Benedict farci vivere una favola Regency.

Tre libri a cui seguiranno anche i restanti cinque (aspettiamo con ansia le date), che sapranno allietar gli amanti del romance storico.

Per questo vi invito a seguire il Review Tour per scoprire nei dettagli cosa ne pensiamo noi blogger che abbiamo avuto la fortuna di leggerli.

Recensione Agnes Grey di Anne Brontë

Recensione Agnes Grey di Anne Brontë

Agnes è una giovane donna che vuole aiutare la famiglia in difficoltà dopo un investimento economico andato male. Per questo decide di fare l’istitutrice, ma il mondo è molto meno semplice di come se lo immagina e si dovrà scontrare con ricche famiglie e figli viziati.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Delle opere delle sue sorelle si è parlato tantissimo, ma Anne Brontë è sempre rimasta in ombra, “Agnes Grey” alla sua uscita, nonostante il successo riscontrato, fu offuscato da Cime tempestose. Mi sento in forte sintonia con questa autrice che reputo molto sottovalutata. Mi spiace che in questa raccolta non compaia anche il suo secondo libro “La signora di Wildfell Hall”, che si ispirava forse troppo alla figura del fratello delle sorelle, le cui tematiche sono molto più intense e molto più scandalose per l’epoca.

“Agnes Grey” è forse meno passionale di “Cime tempestose” o travagliato di “Jane Eyre” eppure presenta tutte le caratteristiche dell’epoca come la forte critica alla società arricchita e a quella che ha perso i valori, rifugiandosi dietro il proprio status.

La visione di un’istitutrice che racconta quanto fosse difficile la sua occupazione, permette al lettore di vedere il dietro le quinte che molti personaggi più noti della narrazione storica. Questa occupazione, solitamente dedicata a giovani nubili o a zitelle ormai conclamate che avevano una buona istruzione, in epoca vittoriana divenne anche la protagonista di molti romanzi creando il genere denominato Victorian Governess novel. Il canovaccio era sempre quello, dove una sfortuna economica spingeva una giovane donna, ben istruita e di rispettabili natali, a cercare lavoro in una famiglia benestante.

Per molti versi questo romanzo viene considerato autobiografico, Anne stessa è figlia di un pastore e vive in una canonica, era stata assunta come istitutrice e gli storici sostengono che, molti passaggi del testo, richiamino le esperienze vissute con i bambini che aveva dovuto curare.

Un romanzo dai toni delicati e alquanto scorrevole nonostante conti ormai più di centosettanta anni, da cui si possono cogliere le sfumature della famiglia Brontë; nella brughiera che viene descritta, nella semplicità della canonica dove inizia la storia e in quel finale così lieto tanto sognato dalle sorelle, che nessuna di loro avrà la fortuna di vedere realizzato.

Come sempre il formato è spettacolare, gli Oscar Draghi occupano tanto spazio in libreria e lo fanno con stile. Inutile ribadire che se ne siete appassionati è l’edizione da esposizione ideale.

Recensione Il mondo nuovo e Ritorno al mondo nuovo di Aldous Huxley

Recensione Il mondo nuovo e Ritorno al mondo nuovo di Aldous Huxley

Se penso ai grandi libri distopici, vengono fuori sempre tre titoli abbastanza noti: “Fahrenheut 451”, “1984” e “Mondo nuovo”. Il più vecchio è quest’ultimo, la cui lettura avevo fino ad ora evitato, un po’ perché spaventata dalla sua età (parliamo di un libro del 1932) e anche perché del trittico ho letto solo Ray Bradbury e pensavo che prima avrei affrontato George Orwell; invece con questa nuova edizione ne ho approfittato per studiare questo primo grande distopico.

Attenzione questo libro è stato fornito da Mondadori.

Per quanto questo volume sia datato, c’è una cosa che mi ha sconvolto con la lettura delle prime pagine: la predestinazione dei feti. Nel “Mondo nuovo” i figli non nascono, vengono travasati e prodotti in laboratorio, dove a seconda della qualità degli ovuli fecondati, esso avrà una posizione sociale ben definita. I migliori resteranno unici, gli altri arriveranno a una mitosi infinita fino ad avere migliaia di copie. Abbiamo quindi bambini che nasceranno in serie e saranno condizionati per fare lavori umili, e altri che invece saranno destinati a occupare importanti posizioni nella società.

Perché tutto questo? A quale scopo una società che vive imprigionata dal condizionamento subito sin dalla nascita? In questo mondo ideale le libertà negate sono la fonte primaria della felicità. Il mondo rialzatosi da profondi sconvolgimenti, ha rinunciato al concetto di famiglia, di sessualità monogama, alle aspirazioni del singolo, ricevendo in cambio una società autosufficiente che si consola a colpi di pillole allucinogene.

A tutto questo si contrappone un mondo selvaggio, quello della riserva nel Nuovo Messico, dove gli uomini posso ancora nascere naturalmente senza condizionamento. Una contrapposizione in cui troviamo un ibrido, una via di mezzo, il selvaggio John, nato da una donna che non avrebbe dovuto o potuto partorirlo (pratica che per i personaggi ha del ridicolo, pornografico e proibito), sarà questo Selvaggio, che ha letto le opere di Shakespeare,  a scontrarsi con il Nuovo Mondo, quello da cui viene davvero, ma la durezza di una cultura dove non esiste una libertà e tutto è condizionato lo porteranno a odiarla.

Non è un distopico che richiama i canoni che ormai sono alla base dei molti libri che escono oggi. La società del Mondo Nuovo è felice della mancanza di libertà, è stata lei stessa a chiedere queste privazioni perché sembrano essere l’unico modo di vivere, un equilibrio di consumismo e soppressione di identità indipendente. Non esistono delle repressioni vere e proprie, questo ci porta a domandare quanto saremmo in grado di odiare davvero un mondo come questo.

Il saggio a conclusione del volume “Ritorno al Mondo nuovo” analizza la storia dell’uomo e sulla struttura delle società, con un occhio più maturo al romanzo e dove nel 1950 l’autore era certo che saremmo arrivati a viverlo sulla nostra pelle il Mondo nuovo. Più leggo questo genere di romanzo e più mi domando quanto l’uomo stia facendo per farmi credere che la distopia sia solo nei romanzi…

Un volume che ha fatto la storia della fantascienza che ha aperto la porta a una nuova visione del futuro, meno roseo, meno irreale di quanto si possa pensare per i nostri tempi.

Il fiore e le spade

Recensione Il fiore e le spade di Alfred E. W. Mason 

1718. Il cavaliere Carlo Wogan, servitore federe dell’esiliato Giacomo Stuart, vede sfumare la possibilità del matrimonio tra il suo re (anche se non ha davvero questo titolo) e Clementina Sobieska. La principessa infatti è stata imprigionata da Carlo IV d’Asburgo a Innsbruck. Ma Wogan non è disposto ad accettare la sconfitta proprio ora che aveva anche ottenuto la procura per il matrimonio e lui, insieme ai suoi fedeli amici, si incarica della missione che sembra impossibile: liberare Clementina e portarla in Italia perché il matrimonio venga celebrato.
Attenzione questo libro è stato offerto da Scrittura & Scritture.

Una semplice missione di salvataggio, al massimo un’avventura? No! Da subito intrighi e colpi di scena fanno capolino nei capitoli facendo capire al lettore che in ogni pagina la situazione potrebbe stravolgersi. Questo ritmo costante di avvenimenti rende la lettura veloce e mai noiosa. I veri protagonisti di questa storia sono la lealtà e l’onore; ogni difficoltà, ogni sfida spinge Wogan a portare avanti il salvataggio a ogni costo, anche a sacrificare l’amore se necessario.

Questo libro rientra nel genere “Cappa e spada”, a cui afferiscono titoli famosi tra cui “I tre moschettieri” e “Robin Hood”, dove l’ambientazione storica (ricordiamo che questo libro fu pubblicato a inizio novecento) porta il lettore lontano nel tempo per vivere avventure fatte di duelli, continui colpi di scena, spie e lettere segrete. Si tratta di un genere che inconsapevolmente molti hanno letto, ma di cui pochi conoscono il nome.

Una lettura ben diversa da “Le quattro piume” che dimostra quanto Mason fosse un autore poliedrico. Non solo aveva storie da raccontare ma sapeva come farlo. L’accurato lavoro del team Scrittura & Scritture ha permesso a questi romanzi di arrivare a noi con una traduzione fresca, rispettosa del testo originale. Spero infatti nella pubblicazione di altri titoli scritti da questo autore, abbiamo proprio bisogno di leggerli.

Se cercate un libro con il sapore classico delle avventure di altri tempi, ve lo consiglio caldamente: non annoia, ha un numero di pagine che non spaventa e si legge in un soffio.