I pirati dell'Oceano Rosso

Recensione I pirati dell’Oceano Rosso di Scott Lynch

Il finale del primo libro di questa saga mi ha lasciato l’amaro in bocca. Non potevo dirlo apertamente ma, dannazione, Mr. Lynch, mi hai distrutto l’anima! Non aggiungo altro perché non amo fare spoiler a chi non ha l’ha ancora letto o magari lo sta terminando proprio ora. Dunque, abbiamo un Locke che, come noi lettori, è ferito e dovrebbe reagire a tutto quello che ha vissuto invece non ci riesce; meno male che Jean non è disposto a dare spazio a tutti i suoi piagnistei ed è pronto a tiragli qualche bel calcio nel deretano.

Attenzione, questo libro è stato offerto da Mondadori.

Le prime pagine sono lente, o meglio, il romanzo ingrana solo al 30%. Quindi non parliamo di un cento pagine e via in discesa, ma il volumone che abbiamo tra le mani ci fa capire che le prime trecento pagine saranno belle toste da leggere.

Poi, poi scatta di nuovo quella magia, Locke è il mio secondo fidanzato letterario (il primo sarà sempre e solo Ermanno Sensi). Come si fa a non amarlo? Jean è un compagno eccellente e l’unica cosa che manca sono altre spalle (non dico altro, torno ad asciugarmi le lacrime e a urlare nel cuscino “Mr. Lynch!”), e quando arriva il mare, e dei possibili compagni di avventure, quel maledetto e pluridannato autore, lo fa di nuovo: ci fa vivere fantastiche avventure e poi, poi ci butta nel baratro di amore e odio per una storia che ha tutto, perfino diversi colpi di scena tra finale e epilogo.

Il mare è un’ambientazione che bisogna (concedetemi il gioco di parole) saper navigare, e avevo il terrore che si sarebbe persa quel senso di avventura e intrigo tipici dei Bastardi Galantuomini. Invece tutto si amalgama alla perfezione.

Con il libro chiuso e con la sincera voglia di leggere molto altro, mi rendo tristemente conto che ci stiamo avvicinando all’ultimo volume e, per la prima volta, non voglio leggerlo: che ne sarà dopo di me? Come farò senza Locke, senza Jean, senza le innumerevoli truffe da loro imbastite? Perché Mr. Lynch non ce la regali una gioia e scrivi un quarto volume? Lo sanno tutti che questa serie non si ferma a tre volumi, ma ne ha altri in testa. Dicci, quale tributo vuoi e noi lettori lo realizzeremo per te. Non lasciarci qui a piangere sulle pagine e a vivere di sola speranza. Il nostro mondo non si più fermare al prossimo libro!

Gli inganni di Locke Lamora

Recensione Gli inganni di Locke Lamora di Scott Lynch

Prendete Venezia, fatto? Aggiungete una sana dose di avventura, fatto? Mescolate energicamente mentre a cascata versate alchimia, ladri di strada e gilde. Fatto? Ora lasciate riposare in attesa che Mondadori faccia la magia, tra grafica d’effetto e raffinata ricercatezza nell’impaginato, ed ecco a voi pronto per la lettura “Gli inganni di Locke Lamora”, primo volume della serie The Gentleman Bastard Sequence!

Attenzione, questo libro è stato offerto da Mondadori.

Era il 2019. Io con i soliti fedeli amici scrittori delle due pagine al giorno, in una casa a guardare insieme le lezioni della Masterclass di Neil Gaiman. Lo so, state pensando che stia divagando, ma fidatevi che arrivo al punto. Non ricordo bene cosa ci portò a parlare de “I bastardi galantuomini”, ricordo solo che mi bastarono le parole “Venezia fantasy”, unite a “avventura”: dovevo leggere questo libro. Con piacere mi dissero che la serie, interrotta da anni dalla Nord, era già nelle mani della produttiva Mondadori che, sotto alla linea editoriale Oscar Vault, stava mettendo in programma la riedizione dei primi volumi, oltre a pubblicare il terzo volume ancora inedito di questa serie.

Devo essere onesta, questa serie non sono riuscita a leggerla al suo debutto. È nella mia wishlist da molto tempo (seppure non lo ricordassi e ci fossero voluti i miei amici di scrittura per farmi tornare la voglia di leggerlo), ma si era perso nelle sabbie del “appena esce il terzo volume lo compro”. Come troppo spesso accade, ecco che la pubblicazione non era mai arrivata e anzi, per fortuna ho atteso per vederlo in questa veste speciale.

L’ambientazione è Camorr, una città che ricorda molto la nostra Venezia ai tempi del Doge. Alla suggestione dei canali descritti da Lynch, si aggiunge anche la componente fantastica che si sente appena nei primi capitoli, attraverso a oggetti e bevande alchemiche, a cui poi si aggiungerà molto altro continuando la sua lettura. Come se già così non bastasse ad affascinare, arriva anche la scelta di non raccontare i piani alti di questo mondo, bensì si parte dalle sue profondità più putride: Locke è un orfano che si trova a finire in una piccola banda di ladruncoli di strada che vive in un cimitero, e che poi arriverà a vestire i panni del più bravo Garrista di Camorr, senza che la città sappia davvero della sua esistenza.

Locke infatti entrerà a far parte di un gruppo molto ristretto di ladri di classe, i Bastardi Galantuomini, votati a truffe con un certo livello di destrezza, in cui gli obbiettivi sono nobili e ricchi mercanti, che nessuno scoprirà.

Da questa lunga premessa potete intuire quanto mi sia piaciuto, perché questa serie sembra avere tutti i presupposti per essere una delle migliori saghe che abbia mai letto (la speranza è che non cali nei prossimi volumi). Ho amato follemente l’ironia delle situazioni e delle battute dei personaggi. Ho trovato geniali i piani per incastrare chi finiva nel mirino della banda. L’unica pecca, che però diventa meno pesante di capitolo in capitolo, è la scelta di una narrazione su due livelli temporali: in uno abbiamo il presente, nell’altro il passato di Locke in cui, oltre a scoprire come è diventato ciò che è ora, viene svelata la storia e le particolarità di Camorr. Di solito questi salti mi indispettiscono moltissimo, ma vi confesso che per la prima volta non mi hanno dato grande fastidio, anzi, per certi versi sono rimasta più volte con il fiato sospeso nel voler sapere di più, e mi sono ritrovata a divorare pagine su pagine per scoprire quello che Lynch aveva lasciato in sospeso in un altro piano temporale.

Insomma per essere un volume uno è parecchio ricco, promette di avere molto altro in serbo nei prossimi libri. Mi trovo a consigliarlo e a dover passare subito al secondo libro di questa saga. Se siete scoraggiati dal numero di pagine, o dal fatto che sia un libro pubblicato nei primi anni ’10 del 2000, ebbene lasciate a casa ogni dubbio. Merita di essere letto!